Avere trent'anni, in Italia

Temat przeniesiony do archwium.
O averli in Danimarca, il Paese che tratta meglio i suoi giovani. Viaggio nei due estremi della classifica. Per scoprire come il nostro futuro sia diventato grigio. E come, spiando all'estero, potrà riprendere un po' di colorito.

Il tonno Capri è aumentato di trenta centesimi e Domenico sta abbastanza giù. La confezione da tre è appena passata da un euro e 45 a uno e 75. Un microtrauma. Nell'Italia dell'inflazione al 3,3 per cento e della disoccupazione giovanile al 21,8 (euro-record negativo), Domenico aveva stanato nel tonno Capri un decoroso rapporto qualità-prezzo. Ora dovrà ripiegare su altre marche. Più adeguate alle sue, sorvegliatissime, tasche di precario debuttante. È pugliese, trent'anni. Dodici dei quali vissuti in coatta fedeltà al tonno in scatola e all'alimentazione discount: prima da universitario fuori sede a Bologna (tesi su "Metamorfosi dello spazio-tempo nel nouveau roman"), poi da laureato in cerca di lavoro, quindi da studente in giornalismo, ora da giornalista professionista con laurea e al primo contratto. A termine, in un'agenzia stampa: 680 euro netti al mese.

Per l'affitto, in coabitazione, se ne vanno 400. Altri 200 per camparci, biologicamente. "Per lo svago ne restano 80, da suddividere in quattro weekend" dice, accartocciando la parola "svago" in una smorfia beffarda. Visti i prezzi nella centrale zona di Roma in cui lavora, Mimmo preferisce portarsi il pranzo da casa. Se lo fabbrica al mattino presto. Oppure la sera precedente. Nella gamella, spesso, rovescia pasta fredda. Al tonno.

Andrebbe scritta, una storia sociale della scatoletta di tonno. Ha segnato (almeno) una generazione. Così come altre - magari più sofferenti ma pure più reclamizzate - lo furono dall'assenzio o dal castagnaccio. Forse però bisognerebbe lanciare una moratoria sull'utilizzo della parola "generazione" (con la colata di retorica che ormai il termine sprigiona) e guardare in faccia gli individui. Forse, di fronte agli sproloqui socio-psico-pedagogici da plateau televisivo, bisognerebbe ripartire dalla più modesta empiria degli individui. Specie oggi che li si tratta da bamboccioni.

Cioè tipi che individui non vorrebbero diventare se non il più tardi possibile. Creature larvali, abbozzolate nell'assistenzialismo familiare ("I procrastinatori" dice l'ultimo studio dell'Istituto Iard "sono soprattutto i maschi, provenienti dalla piccola borghesia impiegatizia, di famiglia istruita, prevalentemente nel Sud del Paese"). Poco propense a spostarsi dal baccello regionale-ambientale (benché la pigrizia stanziale sia in netta flessione). E in molti casi abbarbicate al feticcio anacronistico del posto fisso (ma, anche qui, i dati ridimensionano il cliché).

Il confronto con gli altri Paesi europei però non lascia scampo: davanti ai soli greci, i giovani italiani sono i più scontenti del loro lavoro.
Guarda ... come si sta in Danimarca te lo potro' dire tra un mese, visto che ci vado per lavoro almeno 15 giorni ... ed ho 30 anni ... anzi 32... oramai :( !

Su come sto in Italia, beh sto bene.

Mi sono diplomato perito elettronico, un misto tra elettricista come voleva mio padre, e informatico come volevo io.
Ho trovato una professione stupenda, solo col mio piccolo diploma.

Uscito da scuola, dopo 3 mesi lavoravo a tempo INDETERMINATO in una ditta, facevo l'operaio su 3 turni, anche di notte e mi portavo a casa uno stipendio super per essere un 19enne in famiglia.
Ci ho messo 3 anni e dico TRE ANNI per iniziare la mia professione in una ditta seria che ha creduto in me. In questi 3 anni mi sono rotto il cul... in fabbrica, e non mi sono certo divertito. Pero' avevo un lavoro, e me lo facevo andare bene.
Da allora ho cambiato almeno 5 posti di lavoro, sempre a tempo indeterminato, tranne uno (coca-cola) dove sono stato per un anno.
Oggi guadagno discretamente bene, non sono ricco, ma quello che ho me lo sono sudato.

Al tipo della tua storia, direi che se non gli van bene 600 euro per fare il giornalista, si tira su le maniche e va in fabbrica a prenderne 1.000.
Nel frattempo fa il freelancer, si fa il culo, si fa esperienza e cerca di sfondare nel giornalismo.

Ragazzi, nessuno regala niente ... inutile piangere, se poi si ha paura di sporcarsi le mani.

Vuoi un buon stipendio ?? O sei figlio di papa' oppure ti fai il culo per qualche anno e cerchi di ottenerlo.

21% di disoccupazione giovanile ??? Io direi 5% di ragazzi veramente sfortunati senza lavoro e un 15% di lavativi scansafatiche .... il lavoro c'e', solo che non vogliono farlo .. sai ... hanno studiato, mica possono andare in fabbrica ... scherzi !! Poverini si rovinano le mani !!!

Come ho gia' detto, non sono assolutamente fascista anche se tendo a destra, ma 5 anni di regime ... quanto ci farebbero bene !!!
. sai ... hanno studiato, mica possono andare in fabbrica ... scherzi !! Poverini si rovinano le mani !!!

chiariamo alcuni concetti: una persona che ha studiato per legge non può andare a lavorare in fabbrica perche automaticamente le scatta un livello più alto d'inquadramento nwl contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL). Se dovesse andare in fabbrica a fare un operaio sarebbe come il demansionamento ed il contratto non sarebbe valido.

La seconda cosa: qui non si tratta di sporcare le mani ma semplicemente di un fatto che se uno ha studiato o si è specializzato in una cosa perchè deve fare qualcosa di diverso in cui non è qualificato e per cui non è portato? Se Io sono laureata in Economia non mi metterò a fare l'infermiera solo perchè c'e un fabbisogno per questa professiomne per due semplici motivi:
1. non ho i requisiti necessari
2. Non è il mio campo. se mai dovessi fare questo mestiere sarei più che scarsa perchè non è la cosa per cui sono portata e qualificata.
E la stessa cosa vale per ogni altro laureato o diplomato. Se uno ha finito un detrminato tipo di scuola perchè deve proprio cercare un lavoro come operaio? Allora a che è servito un'impegno messo nello studio?

Sono d'accordo che bisogna darsi da fare magari cercando un'impiego in un campo non necessariamente strettamente legato proprio a quella materia o specializzazione e che all'inizio bisogna accettare i lavori anche quelli più semplici, meno qualificati e meno pagati, però sempre nell'ambito più o meno di quello che si vorrebbe fare in modo che cio permetta di crescere professionalmente e piano piano ottenere il lavoro quello che si vorebbe svolgere. Il ragionamento tipo: studio per abbandanonare quello che ho conseguito per fare operaio, almeno per me, è del tutto stupido. Allora perchè fare scuola?

E poi seguuendo il ragionamento secondo cui se uno laureato non accetta il lavoro in fabbrica, vuol dire che pigro e scansafatiche, rispecchia perfettamente la situazione d'Italia. Il paese che non cresce, che non si sviluppa, che non crea innovazioni solo perchè al posto dei laureati sono preferiti muratori ed operai.
Vedo che Umbryka conosce bene i problemi italiani. Tutto giusto.
C'è gente che pensa "Il lavoro c'è ma nessuno vuole lavorare". Per esperienza di donna meridionale emigrante (3 fattori di debolezza!), in Italia il lavoro non c'è, o è malpagato: ho scritto altrove nel forum che certe volte si spende di più per recarsi sul luogo di lavoro (trasporto + pasto, e ci metterei pure i vestiti adeguati) che non per la retribuzione.
In Benelux si guadagna di più e i prezzi sono inferiori, anche per gli affitti. Offrivano una doppia a Bologna 450 euro a persona... sono scappata! Eppure la città mi piaceva. Nel Sud? Stipendi "polacchi". Intanto il pane costa più di 2 euro al chilo!
Io ho preso l'esempio del ragazzo giornalista che guadagna 600 euro al mese e non gli bastano ovviamente.
Se andasse in fabbrica ne guadagnerebbe 900, inoltre facendo i turni avrebbe sempre parecchie ore libere durante il giorno, per fare il freelancer e farsi le ossa.

Se non lo fa, e' perche' gli stanno bene 600 euro al mese. Punto e basta.
A me 1.000 euro al mese non stavano bene e mi sono rimboccato le maniche.

Se la scelta e' tra stare a casa a guardare la laurea e piangerci sopra, oppure iniziare a pulire una strada mentre cerco un lavoro migliore .. beh scusa ... io andrei a pulire una strada.
Chi non lo fa non ha voglia di lavorare. Questa e' la verita'.

Se non hai un lavoro, prendi il primo che trovi, e poi dopo cerchi di migliorare o di cambiare completamente, ma intanto ti porti a casa una busta paga.

Non puoi fare paragoni tra economia e infermiere ... fallo tra economia e pulisci cessi. Tutti sanno pulire un cesso, ma pur di non farlo, preferiscono piangere che non hanno un lavoro.
Questi sono i nostri disoccupati, non tutti ovviamente ma una buona parte.

Insomma se hai studiato mi sta bene che tu faccia un lavoro adatto, ma se non lo trovi, inizia ad accontentarti di cosa ti viene offerto, poi migliorerai, ma intanto porti a casa dei soldi !
poi vorrei aggiungere ...

cosa credi ? Che l'aver studiato e conseguito una laurea, ti dia il diritto di fare il lavoro dei tuoi sogni ???
Pensi che il mondo ti debba un premio per i tuoi studi ???
Nel mondo delle favole forse, ma in quello reale, o hai un bel calcio nel sedere, oppure il sedere te lo devi fare (o dare :P ).

Sarebbe bello un mondo cosi', ma purtroppo non esiste !

Hai fatto economia ? Inizia a vendere porta a porta assicurazioni se non vuoi andare in fabbrica. Ma no .. scherzi .. e' umiliante, e' molto piu' facile piangere che non trovo un lavoro.
Secondo Odx uno lavora in fabbrica ed ha la stessa freschezza e concentrazione per buttare giu' tesi, articoli, relazioni, recensioni... Recensioni di che, se uno non ha il tempo di acculturarsi?
Che ingenuita' dire "vai a pulire i cessi" sapendo che ti pagano 2 euro all' ora... O al paese di Odx pagano meglio?
Lavoro in ufficio, un posto calmo e pulito, eppure gia' non mi sento abbastanza concentrata per studiare le mie cose nel tempo libero. Figurati se facessi un lavoro piu' fisico!
Non ho scritto da nessuna parte che il fatto di aver conseguito dia subito il diritto al lavoro di miei sogno e non ho scritto neanche che se una persona laureata non riesce a trovare un'impiego giusto deve stare a casa a piangerci sopra. Anzi, se avessi letto piu attentamente, avresti letto che ho scritto che normale e che se una persona laureata o anche diplomata esce dall'universita o scuola non puo pretendere subito il lavoro strettamente legato alla sua materia o specializzazione ma deve cercare qualcosa che e un po meno qualificato pero sempre piu o meno nell'ambito di quello che aveva studiato. perche solo in quel modo puo crescere professionalmente e alla fine aspirare anche al lavoro dei suioi sogni.

Poi che cosa e di sbagliato di aspirare al posto piu qualificato? Se tu le ambizioni non le hai e ti accontenti di fare solamente l'operaio e la tua scelta, pero perche una persona non puo aspirare a qualcosa di meglio? Poi se ha studiato, ci ha messo un'impegno giustamente ha il diritto di voler il lavoro dei suoi sogni. Non ovviamente subito ma piano piano iniziando da qualcosa di piu semplicemente pero piano, piano si. Poi come ho scritto all'inizio una persona con certa preparazione accademica per legge non puo fare il lavoro che sotto il suo livello di mansioni. Dato che ho passato un po di tempo nei vari studi commerciali ti potrei fare tutto il discorso sul tema di diritto di lavoro ma non credo che capiresti.
E ti do come un'esempio proprio me stessa laureata in Economia che non si e accontentata di fare la badante o altro lavoro fisico solo pur di lavorare. La badante o operaia potevo fare tranquilamente perche queste figure sono ricercatissime in citta dive vivo. Pero Io ho non ho voluto? Perche? Proprio perche Io ho studiato. Ho studiato in Polonia, ho studiato in Italia e anche se rispetto chi fa l'opraio o badante, questo tipo di lavoro non fa per me e non lo farei mai. Ovviamente non stavo a casa a piangerci sopra ( va bè, qualche volta mi veniva a piangere perche non era facile) pero attraverso vari corsi di specializzazione, stage ecc... alla fine sto per avere un lavoro proprio dei miei sogni.
umbrika forse non hai letto bene quello che ho scritto.

Io ripeto che se uno non ha un lavoro, prende il primo che gli viene offerto e poi cerca di migliorarsi.

Se tu che hai studiato economia hai scelto di non voler fare la badante, e' solamente perche' dietro di te c'era qualcun'altro che lavorava e ti permetteva di stare a casa ad aspettare o studiare.
Nel tuo caso puo' anche andare bene cosi', hai chi paga per te ... fai bene.
Un giorno se tutto andra' bene potrai ricambiare .

Se 1.000.000 di persone si laureano in economia, quante secondo te troveranno lavoro per quello che hanno studiato ???
-I figli di papa'
-Quelli con conoscenze altolocate
-Qualche fortunato
-e infine tutti quelli che si sono impegnati veramente tanto per ottenerlo.

Tutti gli altri andranno in fabbrica, o a pulire cessi o faranno qualche lavoro d'ufficio.

In una societa' serve qualcuno che pulisce i cessi, servono tanti operai, abbastanza impipegati e qualche (dico qualche) figura professionale.

Solo i migliori (o i paraculati come sempre) otterranno dei successi.


Riguardo alle leggi, per favore ... dimentichi che sei in Italia ... :).
E comunque un operaio in fabbrica in Italia prende 1.000 euro al mese (da 900 a 1.100) tranquillamente, per cui ... se un laurato ha bisogno e ripeto HA BISOGNO di soldi ... si adatta, almeno all'inizio.
Nessun laureato in un paese avanzato (!) dovrebbe fare un lavoro non qualificato per bisogno di soldi, sapendo che in Italia mediamente pagano poco, pochissimo. Nelle fabbriche che conosco io non si arriva neanche agli 800 euro netti... E molti sono senza un contratto sicuro, per non parlare del rischio incidenti: se lavori a nero non sei nemmeno assicurato. Si vede che Odx parla di un' altra realta': se le aziende fossero in regola, il discorso potrebbe funzionare. Un giovane talentuoso va in fabbrica finche' non trova di meglio. E se gli capita di troncarsi una mano con un macchinario?
Scegliere di non lavorare in queste condizioni e' rispetto verso se stessi. I soldi non sono la prima cosa, e non possono sostituire la soddisfazione professionale.
A 34 anni, quasi 35, dopo una laurea sudatissima (e sacrificosa per i miei genitori) al Politecnico di Milano, dopo uno sfigato anno di leva militare appena laureato, dopo una gavetta non o poco-retribuita (fare ingegnere calcolatore per anziano ingegnere della mia città per "imparare il mestiere" = fare progetti dalla a alla z che il titolare firma e da cui guadagna. Quando io me ne sono andato è arrivato il successivo neo-laureato sfigato...), dopo una sudatissima libera professione (per farmi spazio ed avere miei clienti) con uno studio di ingegneria tuttora attivo in Italia, dopo tasse e costi che mi ammazzavano (assicurazioni, uffici, collaboratori, tasse, contributi, a mio avviso esagerati e spropositati) e tuttora pesano (ma ora sono e lavoro in Polonia, e sto pensando quando chiudere l'attività in Italia), responsabilità professionali al limite, clienti inadempienti o gravemente ritardatari, asilo nido privato a 530 euro al mese per due anni (perchè a Rimini mancano gli asili nido, data la grande immigrazione e l'inerzia del comune, e perchè se sei una coppia giovane in cui entrambi si ha bisogno di lavorare, non si ha alternativa...mentre titolari dell'asilo privato, con 25 bambini al giorno che pagano queste cifre, hanno bambini all'asilo comunale perchè risultano ragazze madri, data la sola convivenza (e non matrimonio = coppia di fatto).....
...sapete cosa vi dico?!
Da ingegnere strutturista e qualificato (quale ritengo di essere) che ce l'ha messa tutta di suo per emergere ed avere spazio...sono veramente schifato della nostra società italiana, e fiero di essermene staccato (ora con mia moglie ho quantomeno una vita normale e tempo per la mia famiglia).
E' una presa in giro, una schifezza. Sì, sto molto meglio in Polonia. Non è più facile, anzi, da immigrato è più dura, e lavorarci è dura. Ma stiamo meglio. Dedico molto alle mie donne (= moglie e figlia), ho normali fine settimana o festività (a Rimini lavoravo 18 ore al giorno, sabato, domenica, Natale...sempre nervoso...e per restare sempre allo stesso punto).
A 34 anni, quasi 35, dopo una laurea sudatissima (e sacrificosa per i miei genitori) al Politecnico di Milano, dopo uno sfigato anno di leva militare appena laureato, dopo una gavetta non o poco-retribuita (fare ingegnere calcolatore per anziano ingegnere della mia città per "imparare il mestiere" = fare progetti dalla a alla z che il titolare firma e da cui guadagna. Quando io me ne sono andato è arrivato il successivo neo-laureato sfigato...), dopo una sudatissima libera professione (per farmi spazio ed avere miei clienti) con uno studio di ingegneria tuttora attivo in Italia, dopo tasse e costi che mi ammazzavano (assicurazioni, uffici, collaboratori, tasse, contributi, a mio avviso esagerati e spropositati) e tuttora pesano (ma ora sono e lavoro in Polonia, e sto pensando quando chiudere l'attività in Italia), responsabilità professionali al limite, clienti inadempienti o gravemente ritardatari, asilo nido privato a 530 euro al mese per due anni (perchè a Rimini mancano gli asili nido, data la grande immigrazione e l'inerzia del comune, e perchè se sei una coppia giovane in cui entrambi si ha bisogno di lavorare, non si ha alternativa...mentre titolari dell'asilo privato, con 25 bambini al giorno che pagano queste cifre, hanno bambini all'asilo comunale perchè risultano ragazze madri, data la sola convivenza (e non matrimonio = coppia di fatto).....
...sapete cosa vi dico?!
Da ingegnere strutturista e qualificato (quale ritengo di essere) che ce l'ha messa tutta di suo per emergere ed avere spazio...sono veramente schifato della nostra società italiana, e fiero di essermene staccato (ora con mia moglie ho quantomeno una vita normale e tempo per la mia famiglia).
E' una presa in giro, una schifezza. Sì, sto molto meglio in Polonia. Non è più facile, anzi, da immigrato è più dura, e lavorarci è dura. Ma stiamo meglio. Dedico molto alle mie donne (= moglie e figlia), ho normali fine settimana o festività (a Rimini lavoravo 18 ore al giorno, sabato, domenica, Natale...sempre nervoso...e per restare sempre allo stesso punto).
Bah ... qua nel biellese gli stipendi non sono alti, eppure un operaio tessile guadagna da 800 a 1100 euro senza problemi.
Ultimamente avere un lavoro fisso non e' facile, lo so. Ci sono le cooperative, ma se uno lavora per una ditta (tramite cooperativa) e lavora seriamente, magari non la prima, magari non la seconda, ma prima o poi un'azienda che lo assume fisso la trova.

Se un laureato non vuole sporcarsi le mani in fabbrica, non deve neppure lamentarsi che non c'e' lavoro.
Il lavoro c'e', ma non gli va bene, e' questa la realta'.

Mi spieghi come fanno TUTTI i laureati a trovare lavoro nel loro campo ?
O si mettono in proprio come il nostro amico qua sopra, dopo aver fatto una bella gavetta, oppure cercano come dipendenti ...

Complimenti a chi ha le palle per mettersi in proprio, io al momento non le ho avute :), spero che con il Berlusca ci sia qualche nuova agevolazione per i liberi professionisti ... cosa che la sinistra mirava a stroncare sul nascere, alla ricerca della loro ugualita'.

Lavorare non significa farsi umiliare o rischiare la vita, ma un lavoro in cui ci si sporca le mani lo si deve accettare se si e' a "spasso". Ovviamente in regola ... anche part time, anche a tempo determinato e anche di notte e in mezzo allo sporco.
Laureato o con la quinta elementare ... se sei disoccupato, prendi quello che capita, e poi pensi a migliorarti. Punto e basta.
Chiudo qua la mia partecipazione a questo post !

Saluti a tutti.
C' e' un simpatico articolo su Repubblica, ne riporto una citazione:
"Michelangelo diventò un grande artista perché aveva un muro da affrescare, e io in Italia non avevo un muro", così, amaro, Riccardo Giacconi, premio Nobel 2002 per la Fisica, italiano all'anagrafe, americano per obbligo."

"Sporcarsi le mani" per quanto sia monetariamente produttivo e' un'espressione degradante, non trovi, Odx? Se gli stipendi degli operai del nord non sono da morti di fame come il sud, complimenti e auguri.

Articolo: "Un lavoro si trova, ma dequalificato"
http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/scuola_e_universita/servizi/cervelli-sprecati/cervelli-sprecati/cervelli-sprecati.html
Temat przeniesiony do archwium.

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