La storia è vecchia, ma è tornata attuale in questi giorni.
Nella convenzione proposta dall'Onu per affermare i diritti dei disabili, manca qualsiasi riferimento contro l'aborto. E il Vaticano non la vuole sottoscrivere.
Ho trovato nel Web questo:
"La Santa Sede non firmerà la «Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità» a causa della presenza nel testo di «inaccettabili riferimenti alla 'salute riproduttiva'», che molti Paesi intendono come diritto all'aborto. Con un comunicato della Sala Stampa vaticana, la Santa Sede ha perciò confermato la posizione già espressa dall'Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite, l'arcivescovo Celestino Migliore, lo scorso 13 dicembre, al momento dell'approvazione della Convenzione da parte dell'Assemblea generale dell'Onu dopo 4 anni di infuocati negoziati.
Il riferimento della Santa Sede è soprattutto agli articoli 23 e 25 della Convenzione: nel primo si riconoscono i diritti dei disabili alla pianificazione familiare, alla «educazione riproduttiva» e ai «mezzi necessari per esercitare questi diritti»; nel secondo si garantisce l'accesso dei disabili a tutti i servizi sanitari, «inclusi quelli nell'area della salute sessuale e riproduttiva». In entrambi i casi la Santa Sede ha confermato le riserve già espresse in precedenti documenti dell'Onu relative al significato di «salute riproduttiva» (che in nessun caso deve includere il diritto all'aborto), ma questo evidentemente non basta. Infatti, pur con questa precisazione - ha detto Migliore - «ci siamo opposti all'introduzione di questa frase perché in alcuni Paesi i servizi di salute riproduttiva includono l'aborto, negando in questo modo l'inerente diritto alla vita di ogni essere umano, affermato anche nell'articolo 10 della Convenzione».
In molti Paesi, soprattutto quelli occidentali, la principale discriminazione contro i disabili è rappresentata proprio dalla possibilità di ricorrere all'aborto in caso di malformazioni del feto. Ed è perciò «tragico - ha ribadito l'Osservatore Permanente all'Onu - che, laddove la malformazione fetale è una precondizione per offrire o praticare l'aborto, questa Convenzione creata per proteggere le persone con disabilità da tutte le discriminazioni nell'esercizio dei loro diritti, possa essere invece usata per negare il diritto fondamentale alla vita delle persone disabili non nate»."
Da un articolo di Riccardo Cascioli
Avvenire, Venerdi 02 febbraio 2007