Il governatore chiede di accelerare l' unione monetaria e ribadisce il ruolo dello Sme anche se Padoa Schioppa ammette che il sistema non potra' piu' essere lo stesso TITOLO: "La crisi della lira? Era possibile evitarla" Ciampi parla delle responsabilita' della tempesta monetaria. "Adesso abbiamo svalutato troppo" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ROMA . Guai a mollare. L' unione monetaria non deve fermarsi, ma semmai marciare piu' veloce di prima. A un passo dal vertice europeo di Birmingham, fissato per venerdi' e che si annuncia complesso, il governatore della Banca d' Italia Carlo Azeglio Ciampi ribadisce il ruolo centrale dello Sme anche se, ammette il vicedirettore generale Tommaso Padoa Schioppa, "il sistema non potra' piu' essere lo stesso. I meccanismi non dovrebbero essere modificati, ma gestiti in modo piu' efficace". Intanto, la lira rientrera' nel sistema monetario? E quando? In un' intervista al Financial Times, Ciampi evita di fare previsioni, ma afferma che la nostra moneta si e' svalutata troppo: "Il deprezzamento determinatosi in coincidenza con la sospensione dallo Sme e' di molto superiore rispetto a ogni prevedibile stima, anche in rapporto al bisogno di migliorare la competitivita' dell' industria in termini di prezzi". Tutto cio' , aggiunge, si poteva evitare. E comunque, dice Ciampi, stiano tranquilli gli investitori esteri perche' l' Italia non adottera' misure restrittive sui movimenti di capitale o sui titoli di Stato. Ma rimane l' amarezza per essere arrivati a questo punto. Il governatore ripete che se il 13 settembre, invece della sola svalutazione della lira, si fosse concordato un riallineamento generale nello Sme, le tensioni sui mercati si sarebbero stemperate. Anche perche' la pressione sulla Germania sarebbe stata piu' forte e avrebbe permesso di ottenere una riduzione dei tassi ben piu' consistente del mezzo punto accordato come "compensazione" per il deprezzamento della nostra moneta. Ciampi non fa riferimenti espliciti, ma non e' difficile leggere il disappunto verso quei partner che, pur con monete deboli, hanno lasciato sola l' Italia. Chi? Gli inglesi, in primo luogo. I quali replicano pero' di essere stati avvertiti quando Italia e Germania avevano gia' deciso, bilateralmente, di riallineare. "Non e' vero", ribatte il vice ministro dell' Economia tedesco Horst Koehler, l' Inghilterra' rifiuto' un riallineamento generale "e sbaglio' ". Controreplica inglese del Cancelliere dello Scacchiere Norman Lamont: "Non ci e' stata fatta nessuna proposta che riguardasse specificamente la sterlina. Non avevamo saputo nulla fino al sabato sera (la decisione fu annunciata domenica 13, ndr.) e comunque avevamo gia' detto di non essere favorevoli a manovre che riguardassero solo la lira e la sterlina". Comunque sia, per Ciampi la crisi non e' imputabile "alle deficienze del sistema monetario, ma alla riluttanza dei Paesi Cee ad attuare, come le regole richiederebbero, politiche economiche piu' omogenee ed efficaci, assieme a un' azione maggiormente coordinata dal punto di vista monetario". La tempesta, aggiunge, ha messo a nudo una difficolta' di fondo, consistente nel mantenere rapporti di cambio equilibrati nell' ambito Sme per la durata di cinque o sette anni, fino ad arrivare alla terza fase dell' unione monetaria. Le difficolta' della lira, ammette peraltro Ciampi, sono legate anche a fattori interni, al mancato risanamento dei conti pubblici. Un terreno sul quale il Financial Times torna a picchiare duro: "Il Governo italiano e' ostacolato da una goffa burocrazia e da un processo politico frammentato che provoca forti ritardi prima che le politiche di bilancio siano attuate. Le difficolta' del Governo nel presentare il bilancio 1993, che potrebbe essere approvato non prima della fine di novembre, stanno provocando notevoli incertezze sui mercati". Secondo il quotidiano inglese, di tutto cio' Bankitalia non ha responsabilita' . "Ciampi . si legge . e' emerso con il prestigio intatto perche' non ha avuto poteri per controllare la politica di bilancio, non avendo tuttavia mai cessato di ricordarlo ai politici nei suoi 13 anni da Governatore". Parole di stima. Come quelle con le quali si ricorda che, pur avendo detto piu' volte di essere pronto a lasciare il suo posto, non e' pensabile che, essendo ormai il simbolo della stabilita' , lo possa fare in un momento cosi' delicato. Antonio Macaluso