L'italiano si è evoluto dal latino medioevale (chiamato latino "volgare" [Vulgar Latin]). Durante il Medioevo (Middle Ages), l'Italia era diversa geograficamente e linguisticamente dall'italia di oggi. L'"italiano" di oggi non esisteva ancora: in diverse zone d'Italia, c'erano diverse "parlate" (local vernaculars) o "volgari" (vernaculars, local tongues), ad es., il volgare toscano, quello di Roma, quello della Sicilia, quello di Venezia, quello di Torino, quello di Milano, ecc. Queste parlate erano in continua evoluzione. Una, però, quella toscana, o con precisione, quella fiorentina si è imposta anche come lingua letteraria.
L'italiano che parliamo oggi è il "volgare" o la lingua evoluta che si parlava in Toscana (regione al centro ovest della penisola italiana). Perché il toscano? perché il fiorentino (parte del toscano) è stato la base letteraria della lingua italiana. Infatti (infact), i padri della letteratura italiana, Dante, Petrarca e Boccacio erano fiorentini.
Sebbene ci siano state molte polemiche (polemics), questa variante linguistica (linguistic variant) si è poi evoluta ancora e si è arrichita (enriched itself) con il tempo. Solo nel Cinquecento, nel 1525 con le Prose della volgar lingua del grande e primo "ufficiale" grammatico (grammarian) italiano Pietro Bembo, è avvenuta (took place) la prima codificazione di questo "modello" comune chiamato poi l'"italiano".
Bibligrafia: (Per una storia completa dell'italiano, v. (Bruno Migliorini, Storia della lingua italiana, 11ed. [Firenze, Sansoni, 1992] e Stefano Gensini, Elementi di storia linguistica italiana [Bergamo: Minerva Italica, 1990]).