Quale Paese fallirà per primo ?!!

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Con l'ingegneria finanziaria si può fare quasi tutto, anche scommettere su quante probabilità ha un paese di fallire. E l'Italia, secondo alcuni parametri, ne ha una piuttosto alta. Ma partiamo dall'inizio, dalla scommessa che implicitamente fanno gli investitori che acquisteranno i prodotti strutturati proposti Jp Morgan, chiamati appunto "First to default basket" a tre anni. Il meccanismo è complesso, ma la logica tutto sommato è semplice: il prodotto è, nella sostanza, un'obbligazione con una sua cedola trimestrale, che paga gli interessi a meno che uno degli otto paesi compreso nell'elenco - nel basket, appunto - fallisca (vada in default). Basta che un solo paesi salti, e da quel momento in poi tutto quello che l'investitore porterà a casa sarà limitato a quanto si riesce a prendere dalla procedura post default; un po' come è successo con i bond argentini. Il paese più a rischio all'interno del basket proposto da Jp Morgan è l'Italia. Il termometro che misura la febbre dei potenziali fallimenti si chiama Cds, Credit default swap: è una sorta di premio di assicurazione, quindi più si paga e più il rischio è alto (più è probabile che davvero un paese fallisca). Ebbene, il Cds dell'Italia - all'interno di questo paniere - è stato fissato a quota 130 mentre il paese più virtuoso, l'Olanda, ha una "febbre" solo di 60, meno della metà dell'Italia. Il peggior indicatore del rischio-paese è dunque dell'Italia, ma fuori dal paniere scelto da Jp Morgan almeno altri due stanno decisamente peggio: la Grecia e l'Irlanda. Rispetto al Cds a tre anni, Atene infatti ha un grado di rischio di 263 e Dublino di 358. Se poi ci spostiamo sulla durata dei cinque anni (molto più "popolare" per questo tipo di strumenti) il grafico della febbre mostra sempre due ammalati gravissimi, l'Irlanda e la Grecia, mentre al terzo posto troviamo l'Austria - con una "temperatura" di 255 - ma poi si arriva inevitabilmente all'Italia, con un 191. La Spagna invece viene fotografata a quota 140, il Portogallo a 130, la Francia a 88 e la Germania a 86.
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Un po' come c'è il termometro e il misuratore della pressione, ovviamente i Cds non sono l'unico modo di valutare la salute di un paese (o di una società). Un altro strumento molto usato dai mercati finanziari è il rendimento dei titoli di Stato, in particolare di quelli con una durata decennale. Ebbene, questi bond considerati appunto benchmark, valori di riferimento, si possono paragonare tra di loro, oppure si possono raffrontare con una specie di "pietra miliare", un tasso di riferimento di mercato particolarmente significativo (l'euro swap a 10 anni nel nostro caso). Ebbene, ieri questo valore - dopo il taglio dei tassi della Bce - era sceso al 3,386% ma chi volesse investire in un Bund tedesco guadagnerebbe di meno; 34 centesimi in meno per la precisione. Al contrario, un investimento in un titolo di Stato francese renderebbe 24 centesimi (punti base, nel gergo degli operatori) in più del tasso swap sull'euro; fino ad arrivare ai 116 punti base dell'Italia (passando per i 106 del Portogallo e i 72 del Belgio, a titolo di esempio). E gli ultimi della classe, Irlanda e Grecia? Il primo offre un rendimento aggiuntivo, sui suoi titoli, pari a 221 centesimi, il secondo arriva a 237. In fondo, è un solo un modo diverso di valutare il rischio-default. (6 marzo 2009)
Jp Morgan, esposto alla Consob su voci di rischio default dell'Italia.
Jp Morgan nel pomeriggio di venerdì ha chiesto alla Consob di investigare sui rumor circolanti sul mercato in merito alla stabilità delle finanze italiane. «Contrariamente alle speculazioni di mercato - ha spiegato la banca in una nota - il dipartimento di ricerca della banca non ha pubblicato un report sul debito sovrano che sostenga la possibilità di un fallimento dell'Italia». JpMorgan ha sottolineato inoltre che non vende un prodotto strutturato «che implichi o indichi una visione negativa sul credito della Repubblica italiana».

In effetti sul listino italiano hanno pesato le voci generate da un articolo di Repubblica sul lancio da parte della banca newyorchese di un prodotto strutturato denominato «First to default basket» a tre anni dove il Paese più a rischio all'interno del basket è l'Italia, anche se non ne fanno parte i fanalini di coda Irlanda e Grecia. Proprio oggi è volato ai massimi storici, superando quota 200 punti, il costo per proteggersi dall'insolvenza sulle emissioni del Tesoro italiano.

Il Credit default swap a cinque anni è andato in mattinata a 201 punti contro i 195,6 di giovedì sera a New York: costa quindi 201 mila euro assicurarsi da un'esposizione di 10 milioni di euro su titoli del Tesoro. Le quotazioni dei Cds italiani sono lontani da quelli di Grecia (267) e Irlanda (367), Paesi ritenuti a maggiore rischio di insolvenza, ma sono significativamente più elevati rispetto a Germania (90), Francia (94) e Spagna (154).
6 MARZO 2009
ILSOLE24ORE.COM
ciao, sono interessanti i tuoi post finanziari/esoterici, ma quali sono le fonti?
Mi è interessato particolarmente quello riguardante i fondi UE, solo che poi è sfociato in una serie di insulti e luoghi comuni, non portando avanti una possibile analisi su post principale.
Dalle poche cose ho visto della Polonia, presto o tardi dovrà conformasi alle direttive europee in diversi ambiti, io ne ho notati due: -ecologico, con la raccolta differenziata dei rifiuti; - sanitario, vietando il fumo in locali senza sistemi di condizionamento dell'aria.
In generale penso che investimenti utili e profittevoli possono essere quelli legati ad ammodernameti dettati alle norme europee.
cosa ne pensi?
Primo post: fonte Repubblica 06.03
Jp Morgan e' uno degli principali colpevoli della crisi di oggi.
speriamo di fallire tutti assieme.. un bel fallimento globale!!!
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