Kandydat na burmistrza Rzymu: wyrzucić 20 tys. cudzoziemcówNa tydzień przed drugą turą wyborów burmistrza Rzymu kandydat centroprawicy na ten urząd Gianni Alemanno oświadczył, że chce wyrzucić z miasta 20 tysięcy cudzoziemców, którzy dopuścili się przestępstw.
W wywiadzie telewizyjnym - odnosząc się do fali przestępstw, dokonywanych m.in. przez rumuńskich imigrantów - Alemanno podkreślił, że natychmiast trzeba wyrzucić z Wiecznego Miasta obcokrajowców łamiących prawo. Chodzi o - jak to ujął - "Romów, imigrantów czy Rumunów, kimkolwiek są".
- To nie jest kwestia etniczna. Ci cudzoziemcy, mimo że zostali spisani i zatrzymani, pozostają w naszym mieście - powiedział Alemanno, nawiązując do gorąco omawianego w tych dniach problemu powtarzających się napadów i gwałtów w Rzymie.
Jednocześnie kandydat centroprawicy Silvio Berlusconiego na burmistrza, który w pierwszej turze wyborów otrzymał 40 procent głosów, wyraził przekonanie, że konieczne jest powołanie komisarza ds. bezpieczeństwa i utworzenie uzbrojonych oddziałów lokalnej policji do walki z przestępczością.
Zdaniem Alemanno sytuacja w obozowiskach romskich w Rzymie i na jego przedmieściach wymknęła się spod kontroli i wciąż powstają nowe prymitywne osiedla. "To nie są poszczególne obozowiska, ale całe sieci okupacji" - powiedział kandydat na burmistrza.
Szacuje się, że w Rzymie i okolicach mieszka około ćwierć miliona imigrantów, w tym dziesiątki tysięcy Rumunów i wielu pochodzących z tego kraju Romów. To oni są w centrum dyskusji na temat fali przestępczości w mieście. Prasa ujawnia zarazem przypadki bezradności policji wobec sprawców kradzieży i napadów. Ostatni bulwersujący przykład dotyczy kobiety, która ponad 30 razy była zatrzymywana przez funkcjonariuszy i wciąż okradała turystów w okolicach Placu świętego Piotra.
W drugiej turze wyborów, która odbędzie się 27 i 28 kwietnia, Gianni Alemanno zmierzy się z kandydatem centrolewicy, dotychczasowym wicepremierem i ministrem kultury Francesco Rutellim, który był burmistrzem Rzymu w latach 1993-2001.
Źródło : PAP
Il leader del Pdl risponde alle sollecitazioni della Lega e promette interventi rapidi
Maroni apre alle ronde. Critica la sinistra "Serve solo più fermezza"
Sicurezza, l'annuncio di Berlusconi
"Subito nuovi provvedimenti"
Alemanno lancia l'idea di un commissario e reclama maggiori poteri contro la criminalità
La replica di Rutelli: "Niente deleghe, se vinco me ne occuperò in prima persona"
ROMA - I primi provvedimenti del prossimo governo riguarderanno il tema della sicurezza. Ad annunciarlo è Silvio Berlusconi, che accoglie così le forti sollecitazioni degli ultimi giorni provenienti dalla Lega. Intanto, a cinque giorni dal voto per decidere il prossimo sindaco di Roma, anche la campagna elettorale nella capitale continua a girare intorno a queste tematiche. A battere sul tasto, dopo l'episodio di violenza consumatosi a La Storta la scorsa settimana, è soprattutto il candidato del centrodestra Gianni Alemanno, che lancia oggi la proposta di un "commissario governativo per la sicurezza".
Berlusconi promette interventi rapidi. Lo aveva anticipato ieri il sindaco di Milano Letizia Moratti, lo ha confermato oggi lo stesso Silvio Berlusconi: uno dei primi provvedimenti del prossimo governo sarà incentrato sulla sicurezza. L'annuncio, musica per le orecchie dei leader del Carroccio, è stato dato nel pomeriggio con un comunicato.
E' polemica sulle ronde. La Lega, del resto, continua ad insistere sul tema. Oggi il ministro dell'Interno in pectore, il leghista Roberto Maroni, in un'intervista al Corsera ha aperto alla possibilità di combattere la criminalità con l'ausilio delle ronde di volontari. "Non vogliamo militarizzare il territorio, ma controllarlo - spiega Maroni - Coinvolgendo le autonomie locali. Se la sinistra ci sta, bene. Altrimenti abbiamo i numeri per fare da soli".
Le prime risposte dal campo avversario sono state però di netta contrapposizione. "Chi oggi invoca giustizia, è tra i principali artefici dello sfascio - dice il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro - Mi riferisco al governo di centro destra e alla politica berlusconiana che, da quando sono in Parlamento, hanno fatto in modo che la giustizia e i tribunali non funzionassero, che i magistrati fossero screditati e che le forze di polizia venissero usate solo per fini elettorali".
Quanto alla proposta delle ronde, il ministro uscente delle Infrastrutture ricorda che "è un atto incostituzionale prevedere una polizia privata che si sostituisca al dovere pubblico di tutelare i cittadini da parte delle istituzioni pubbliche" specie se "vuol dire che si imbracciano fucili o mitra". Se invece, aggiunge Di Pietro, "con ronde si intende che c'è chi segnala alla polizia se vede qualcosa di sospetto e si fa un'attività che rientra nei limiti della legalità, allora questo lo faccio anch'io quando sto dentro casa e vedo dalla finestra qualcosa di sospetto e chiamo il 113".
Boccia il suggerimento di Maroni anche il vicepresidente dei senatori del Pd, Nicola La Torre. "Non di ronde ha bisogno questo paese - ribatte - Bisogna agire con grande fermezza, non solo per evitare questi reati ma anche per evitare che i responsabili, una volta cacciati, possano rientrare". "Ci sono tutte le possibilità - conclude La Torre - perché questo possa essere fatto anche indurendo la legislazione esistente".
Roma, Alemanno chiede un commissario. A Roma, dove i ballottaggi per l'elezione del sindaco e del presidente della Provincia sono sempre più vicini, il candidato del centrodestra Gianni Alemanno, lancia la proposta di un "commissario governativo per la sicurezza". "I poteri del sindaco - spiega l'esponente del Pdl - non sono sufficienti" e quindi il commissario deve riassumere in sé "i poteri dello Stato e degli Enti locali e lavorare a un vero patto della sicurezza per la capitale".
Idea alla quale Francesco Rutelli ribatte con un'impostazione diversa. ''Attiverò e guiderò personalmente le politiche per la sicurezza di competenza del Comune di Roma'', dice il candidato sindaco del centrosinistra, spiegando che per rafforzare l'attività di coordinamento e di proposta del Comune in questo settore ha costituito oggi una commissione consultiva, chiamando a farne parte "personalità di alto profilo istituzionale e di comprovata esperienza e autorità nel campo della prevenzione e della sicurezza pubblica".
''Non si intende in alcun modo sovrapporsi alle funzioni del Comitato provinciale per la sicurezza dell'ordine pubblico - assicura Rutelli - ma il sindaco avrà compiti speciali e trasversali e quindi avrà il dovere di dotarsi di strumenti adatti''. La situazione della sicurezza nella capitale, ricorda ancora, richiede ''un fortissimo coordinamento, si tratta di integrare le forze in campo perché Roma è vetrina del Paese e Roma sarà la capitale della sicurezza''.
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CRONACA
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Le donne del centrosinistra pubblicano i dati dei centri di aiuto alle donne a Roma
L'80% maltrattamenti "domestici". Solo in 2 casi su 10 autori del crimine non italiani
Stranieri violenti? "Falso
E' il marito italiano che picchia
ROMA - L'80% delle violenze è "domestica", subita in casa. Nella metà dei casi, l'autore è il marito della vittima, quasi sempre un italiano. Le donne del centrosinistra, insieme alle associazioni che gestiscono i centri antiviolenza di Roma (Differenza donna, Solidea), rispondono alle polemiche nate dopo lo stupro avvenuto vicino alla stazione de La Storta.
Si sono riunite in un luogo simbolico, la casa internazionale delle donne a Roma, per rifiutare "una strumentalizzazione della violenza sulle donne che ci addolora e ci violenta ancora di più". I numeri parlano meglio delle parole. Dei 612 casi registrati nel 2007 dal centro antiviolenza di Torre Spaccata - uno dei sette centri di ascolto nel Lazio - emerge che l'80% delle violenze è "domestica", ossia maltrattamenti subiti in casa. Il 5% è violenza psicologica grave, il 2% casi di stupro in famiglia. Lo stupro ad opera di sconosciuti è meno del 2%. E per quanto riguarda gli autori delle violenze si conferma il dato di un fenomeno che nasce e cresce soprattutto in casa: nel 52% dei casi l'autore è il marito della vittima. Solo nel 3% dei casi la violenza è compiuta da uno sconosciuto. Gli autori del crimine sono per lo più italiani (79%) e solo per il 21% stranieri.
L'assessore capitolino uscente alle pari opportunità, Cecilia D'Elia lancia un appello: "Non strumentalizzare a fini elettorali questo fenomeno". A dirlo con lei, la coordinatrice della campagna elettorale romana per la sinistra L'arcobaleno, Patrizia Sentinelli; il sottosegretario uscente agli Interni Marcella Lucidi; l'assessore regionale alla cultura Giulia Rodano e le presidentesse di Solidea e Differenza donna, Maria Grazia Passuello e Emanuela Moroli.
Una violenza che, la storica femminista Edda Billi chiede di chiamare "sessista" e non sessuale perchè "sono il machismo e il sessimo la causa vera". Cecilia D'Elia ricorda "l'importanza dei centri antiviolenza non solo come risposta alle vittime, ma come strumenti di formazione degli operatori e prevenzione nelle scuole".
Proposte e un invito a collaborare alle diverse forze politiche viene da Marcella Lucidi: "Le leggi più importanti contro la violenza sulle donne - dice - vennero approvate all'unanimità. Ora la destra sta arretrando e usa questo tema come strumento di campagna elettorale. La destra ha ridotto la prescrizione per i reati di violenza, noi chiediamo invece di raddoppiarla e, nel caso di vittime minorenni, di farla decorrere dal raggiungimento della maggiore età".
Così anche Patrizia Sentinelli che sottolinea come "vadano migliorati i servizi e la città resa più sicura. Il programma del centrosinistra non dice di rimanere fermi a quanto è stato fatto fino ad oggi, ma pensa al presidio sociale non solo attraverso i vigili urbani, all'illuminazione, all'apertura di negozi e di insegne nelle stazioni anche in collaborazione con i privati. Perchè le politiche della sicurezza richiedono un lavoro integrato".
(21 aprile 2008)
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