Il gladiatore Blasi non vuole troncare una passione (reciproca) con Napoli e lotta per riprendersi il suo ruolo di leader: riuscirà a vincere lo scetticismo di Donadoni?
Sono tempi duri per gli uomini duri. Quando in primavera Reja è andato via, sono stati in molti a vedere nell'esonero una scelta più che giusta. Compresi forse anche i calciatori, che come i tifosi speravano nella svolta che il Napoli chiede al nuovo quinquennio tanto sbandierato dal suo presidente. Qualcuno però non deve aver fatto salti di gioia quando ha conosciuto il nome del successore di Edi da Gorizia. Manuele Blasi avrà ingoiato amaro quando ha saputo che sulla panchina azzurra si sarebbe seduto Roberto Donadoni. Si prospettava un futuro gramo, per il gladiatore del San Paolo, e in effetti così è stato.
Un attento osservatore avrebbe potuto fiutare la maretta fin dalla chiusura delle trattative con il mister bergamasco. Tra i due infatti c'è qualche piccola ruggine pregressa, risalente al periodo in cui Donadoni allenava la Nazionale e Blasi pensava di meritarsela, venendo però puntualmente ignorato e saltando l'Europeo austro-svizzero cui teneva molto. Uno smacco mal digerito e successivamente palesato in qualche intervista al peperoncino. Per la serie: io non piaccio a te, tu non piaci a me. Che bella sorpresa avrà quindi trovato il mediano azzurro nel vedere il suo aguzzino (o presunto tale) in tuta e palloni, pronto per allenare la sua squadra; e che fatica convivere poi in allenamento con uno che richiama sempre e solo te, che sembra guardare solo i tuoi movimenti; che tensione nel sapere che per superare l'esame dovrai studiare il doppio dei tuoi compagni! Il mastino di Civitavecchia ha accusato non poco questa pressione e infatti nel finale del campionato scorso è stato fra i peggiori, terminando la stagione seduto in panca a guardare gli altri (non) giocare. Una situazione inedita per lui che, dopo essere stato per tutta la carriera un rude manovale, a Napoli si era ritrovato improvvisamente nobile, in un turbine di passione che aveva travolto sia lui che la città. Blasi Blasi Blasi, l'urlo della curva per osannare il lottatore mai domo, ruolo più che mai apprezzato da queste parti.
Ecco il motivo per cui Blasi e la sua Napoli soffrono tanto per questa situazione spiacevole: Manuele vive da separato in una casa che è stata sua per due anni, con il triste pensiero di mollare tutto ed andare a cercare gloria altrove. Ma per fortuna o purtroppo ora come ora nessuno sembra interessato a prenderlo: il che vuol dire che probabilmente dovrà restare a Napoli, svestendo i panni aristocratici e tornando a indossare la divisa che più gli si addice, quella da guerriero. Ed è questo il turning point del nostro eroe, il momento in cui deve tirar fuori gli attributi e dimostrare di meritarselo, questo appellativo, lottando e combattendo per il posto in squadra con l'ardore mostrato nelle prime amichevoli stagionali. Con l'umiltà e l'impegno che sono (erano?) i suoi marchi di fabbrica il gladiatore può tornare quello di un tempo e convincere Donadoni a gettarlo nell'arena. Non parte già sconfitto Blasi, ci può riuscire a far breccia nel cuore del tecnico come è riuscito a penetrare i sentimenti dei tifosi. D'altronde solo i cretini non cambiano mai idea, e in questi pochi mesi a Napoli il mister ha dimostrato di essere tutt'altro che stupido.
Wiem, ze to duzo, ale bylabym bardzo wdzieczna. Probowalam to tlumaczyc w googlach, w tlumaczu, ale takie bez sensu to wyszlo:)