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Direzione Investigativa Antimafia
RELAZIONE DEL MINISTRO DELL'INTERNO AL PARLAMENTO SULL'ATTIVITA SVOLTA E SUI RISULTATI CONSEGUITIDLAA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
Nella presente relazione vengono esaminati i risultati
conseguiti dall’attività di contrasto, espressa dalla DIA nel
periodo 1° luglio - 31 dicembre 2008, in aderenza
all’evoluzione dello scenario della criminalità organizzata di
matrice mafiosa, nazionale e straniera.
L’operatività complessiva della Direzione si è articolata nell’ambito delle
linee guida, espresse dalla sua legge istitutiva e dalle pianificazioni del
Ministero dell’Interno, orientandosi essenzialmente verso l’aggressione,
preventiva e giudiziaria, ai patrimoni illeciti dei sodalizi mafiosi.
I fenomeni di criminalità mafiosa, evidenziatisi nel semestre in esame, hanno
messo in luce, a fronte del generale profilo pervasivo della società civile e del
mondo economico, peculiari dinamiche adattative, all’interno delle quali:
− cosa nostra ha tentato di rigenerare la propria architettura organizzativa
storica;
− la ‘ndrangheta ha aperto nuove importanti rotte nel narcotraffico
internazionale;
− la camorra ha manifestato, specialmente nel territorio casertano,
condotte delittuose particolarmente violente, addirittura con epigoni
stragisti;
− la criminalità organizzata pugliese ha visto la crescita delle dialettiche di
scontro tra i principali sodalizi, con l’aumento dei fatti omicidiari
correlati;
− il variegato arcipelago della criminalità organizzata di matrice esogena
ha messo in luce segnali di crescita di nuove forme associative.
Nel prefato quadro di situazione, si evidenziano costanti ricerche di relazioni
sempre più strette tra i diversi aggregati mafiosi, per la conduzione di
ambiziosi progetti delittuosi, sia in campo nazionale che transnazionale.
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Un elemento di grande significato nel semestre è costituito dalla particolare
valenza della complessiva azione di contrasto, messa in essere dalle Forze di
Polizia e dalla Magistratura, che ha consentito di fronteggiare le citate
effervescenze criminali con attività proattive di grande spessore qualitativo,
stroncando sul nascere progetti criminali, la cui evoluzione avrebbe
sicuramente costituito la cristallizzazione di una rilevante minaccia per la
sicurezza.
In questo quadro, la strategia dell’azione di contrasto ha visto il progressivo
radicamento di un ciclo virtuoso, caratterizzato dalla sinergia delle attività
tese all’arresto dei capi latitanti e alla disarticolazione dei sodalizi, con
incisive misure, focalizzate a neutralizzare le capacità economiche dei
sodalizi.
Nel semestre in esame, le matrici mafiose endogene hanno continuato ad
evidenziare la capacità di infiltrazione nel mondo imprenditoriale, talvolta
riuscendo a concretizzare strumenti di penetrazione, diffusi ed altamente
efficienti, rivolti a settori di mercato particolarmente remunerativi, quali la
grande distribuzione commerciale ed il ciclo dei rifiuti.
I riscontri investigativi continuano a deporre per l’esistenza di significative
condotte di condizionamento mafioso di talune espressioni della pubblica
amministrazione locale, attraverso strumenti corruttivi ed un sofisticato
mimetismo.
Nel semestre in esame, lo spettro delle attività criminose primarie, perpetrate
dai sodalizi, è rimasto sostanzialmente invariato, specie per quanto attiene
l’aspetto del racket estorsivo e l’elusivo fenomeno dell’usura.
Tuttavia, si deve sottolineare una progressiva crescita del fenomeno della
collaborazione delle vittime con la giustizia, che, sorrette dal Commissario
straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura e
dall’ associazionismo per la legalità, hanno consentito l’attivazione di
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concludenti investigazioni e la conseguente disarticolazione giudiziaria dei
sodalizi indagati.
Lo scenario investigativo del semestre ha continuato a dare conto delle
notevolissime risorse economiche illegali, gestite dalle organizzazioni
criminali.
Ne consegue il particolare fattore di rischio, per tutta l’economia legale, della
penetrazione sul mercato di realtà imprenditoriali, commerciali e finanziarie,
apparentemente immuni da pregiudizi e lontane dalla radice mafiosa, tanto da
superare, in talune occasioni, i controlli formali di legalità.
In aderenza al più recente quadro normativo, che rassegna un ruolo decisivo
alle misure tese all’aggressione patrimoniale dei circuiti mafiosi, la DIA ha
continuato a sviluppare le sue metodologie d’intervento secondo le linee
guida dipartimentali ed in funzione di un forte modello di cooperazione, che
trova la massima espressione nei desk interforze.
Il complessivo ciclo operativo di tutte le attività svolte dalla DIA nel secondo
semestre del 2008, trova un punto unificante nella sinergia dei seguenti,
consolidati pilastri:
- la profonda simbiosi delle indagini giudiziarie con le investigazioni di
natura economico – patrimoniale, secondo il principio del “doppio
binario”, sancito dalla Legge 646/82;
- i monitoraggi, condotti per prevenire l’infiltrazione mafiosa nel sistema
degli appalti pubblici;
- gli accertamenti in materia di segnalazioni di operazioni finanziarie
sospette nel contrasto al riciclaggio;
- la cooperazione internazionale con organismi omologhi.
In tale ottica, la DIA ha ricercato un quadro di alta coerenza operativa nelle
sue attività investigative di natura preventiva e repressiva, con il principale
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obiettivo di porsi, all’interno del costante coordinamento con le Forze di
Polizia, quale idoneo e specializzato strumento, per un sempre più efficiente
contrasto ai fenomeni di accumulazione economica illegale delle multiformi
manifestazioni di criminalità organizzata di matrice mafiosa.