przetłumaczcie ludzie

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szkoda,że powiedziałes mi to tak późno,zostałam zproszona na wesele w sobote i troche niezręcznie to teraz odwołać.Przyjezdzasz tu z pracy,jako delegacja itp.? Bardzo chciałabym Cię zobaczyć,w niedziele jestem wolna.Co z hotelem? Gdzie sie zatrzymasz? Kurcze....ale jestem mile zaskoczona...
peccato che me l'hai detto cosi tardi, sabato sono stata invitata ad un matrimonio, e non sarebbe carino disdire ora. Vieni qua per lavoro? per lavoro in trasferta? Vorrei tanto vederti, domenica sono libera. In che albergo starai? Cavolo... mi ha fatto davvero piacere...
prosze o przetlumaczenie.Czesc Lores przesylam Tobie fotki z polskiego wesela wybacz mi ze moja znajomosc jezyka byla taka slaba ale za rok ja przyjedziecie to napewno sie dogadamy.Pozdrowienia
Salve Lores, ti mando le foto dal matrimonio polacco, perdonami il mio italiano dell'anno scorso. Se venite l'anno prossimo, sicuramente la comunicazione sarŕ migliore. Saluti.
Pytanko :) Czy nie powinno być raczej "le nozze" (wesele) zamiast "il matrimonio" (ślub)? Czy można używać wymiennie obu tych slów?
slownik wloski pod haslem: nozze - podaje w nawiasie (sposalizio, matrimonio)
dziekuje za przetlumaczenie fajnie ze jest ktos co moze pomoc a skad umiesz tak dobrze wloski?Pozdrawiam
Ciao, ma dove hai imparato a scrivere cosi bene? Ci hai stupito!!!
Adesso cerca di imparare bene l'Italiano cosi possiamo parlare meglio.


prosze o przetlumaczenie
czesc ale gdzie sie nauczylas pisac tak dobrze?....tu nie rozumiem...!!!
teraz probuj zeby nauczyc sie dobrze wloskiego tak mozemy rozmawiac lepiej.
Ci hai stupito!!! - Zadziwiłaś nas!
dziekuje bardzo .a JAK MAM NAPISAC ZE UCZE SIE Z ANI MAMą.DLATEGO COS JUZ UMIEM
L'italiano, lo sto studiando con aiuto della mamma di Ania, ed è per questo che so già qualcosina..
>najlepszy tandem, najlepszy duet
>najslodsze chwile spedzone razem
>zawsze uskrzydleni
>bezbledni partnerzy
>do tansca i do rozanca
>amor moze poszczycic sie osiagnieciami na waszym przykladzie
>i tak karoca jedzie w rozkwicie para co kocha sie cale zycie
>kolejnego dnia szczescia

bardzo prosze o tlumaczenie
dziekuje!!
pomoze ktos?
C'era una volta un vagabondo che aveva molta fame, camminava da giorni attraverso i boschi e da giorni non mangiava. Un bel giorno sbucando in una radura, vide una piccola casa: "Chiunque abiti qui, dovrŕ darmi qualcosa da mangiare" disse fra sé.
Purtroppo in quella casetta abitava la donna piů meschina dell'intera foresta...la sua dispensa era sempre piena, ma il suo piatto era sempre vuoto, non invitava mai nessuno e nemmeno assaggiava nulla di tutto il ben di Dio che cresceva nel suo giardino!
"Bisogna risparmiare, non si sa mai....puň capitare un amico all'improvviso" diceva. Ma, tirchia com'era, di amici non ne aveva nemmeno uno!

Il vagabondo bussň.
"Chi sei, cosa vuoi! Certamente vuoi qualcosa gratis eh? Tutti vogliono cose gratis al giorno d'oggi!"

Il vagabondo, sbirciando dalla finestra, vide gli scaffali della cucina pieni di scatole di cose buone e gli venne l'acquolina in bocca. Intanto non poté fare a meno di osservare la faccia pallida e smunta della donna, e gli venne da pensare che sicuramente anche lei avrebbe avuto bisogno di un buon pasto.

Intanto la donna gli gridava: "Vattene via, non ho niente da darti!"
"Volevo solo chiederle un po' d'acqua per la mia zuppa di pietra" le disse sorridendo.
La donna si sporse un po' dalla finestra. "Hai detto zuppa di pietra?"
"Certamente, fece il vagabondo con fare furbo, io posseggo una pietra magica, mi serve solo un po' di acqua".
"Beh, un po' di acqua te la posso dare" disse la donna, e andň a prenderne un secchio.
"Lei č proprio gentile", disse il vagabondo,"mi faccia compagnia, dicono che la mia zuppa di pietra sia la migliore del mondo!"

Lei lo guardava scettica, mentre accendeva il fuoco sotto un pentolino, aspettava che l'acqua bollisse e ci metteva la pietra ben lavata.
"Mangerai quella roba?"
"Ha ragione, la zuppa di pietra č molto piů buona con una cipolla....ma dovrň accontentarmi".
Poco dopo la donna uscě dalla casa con una piccola cipolla e la porse al vagabondo con fare scostante.
Lui aggiunse la cipolla nel pentolino e assaggiň il brodo. "Deliziosa!!"


La donna non voleva credere ai proprio occhi! "Capisco cosa sta pensando", disse lui, "la zuppa di pietra č molto piů buona con le cipolle e con una scatola di fagioli...ma io mi accontento!"
"Puň darsi che abbia qualche fagiolo..." disse la donna a mezza bocca, e tornň in cucina.
"No, non posso accettare se lei non divide la zuppa con me!" disse il vagabondo aggiungendo i fagioli.
Lei guardň nella pentola e arricciň il naso.

"Tutte uguali voi donne", disse il vagabondo,"la zuppa non vi piace se insieme alle cipolle e ai fagioli, non ci sono anche dei funghi! Ma per me va benissimo cosě."
Non aveva quasi finito di parlare, che la donna tornň dall'orto con una manciata di funghi.
"Naturalmente č un po' pallida", si scusň il vagabondo,"é la carne che dŕ colore alla zuppa...oltre alla cipolla, ai fagioli e ai funghi!"

La donna, ormai impaziente di assaggiare la zuppa magica, corse a prendere una scatola di carne.
Il vagabondo assaggiň di nuovo..."Una patata e qualche rapa la renderebbero degna di un re!"
"Oh sě...le patate...e le rape..." e la donna arrivň di filata con le patate e le rape "Non ci vuole un po' di sale?" chiese al vagabondo.

La zuppa sobbolliva deliziosamente...cipolle, fagioli, funghi, carne, patate e rape...per non parlare della pietra...e il profumino faceva venire l'acquolina in bocca!!
Si misero seduti sulla veranda e consumarono la deliziosa zuppa in silenzio. "Questo č il miglior pranzo che ho mai fatto" esclamň la donna quando ebbero finito.
"Quella tua pietra č straordinaria!!"
"Gliela regalo!" offrě generosamente il vagabondo.
"Davvero me la regaleresti...oh, nessuno mi ha mai fatto un regalo cosě prezioso!" esclamň la donna "Potrň invitare gente tutti i giorni...e non mi costerŕ un soldo!"
"Certamente...perň si ricordi di aggiungere un po' di sale...e le cipolle...e i fagioli e i funghi...e la carne...qualche patata...e le rape...e la pietra, naturalmente!!"
"Certo certo, seguirň la ricetta fedelmente" disse la donna tutta contenta.

Intanto, mentre si allontanava, il vagabondo mormorava tra sé: "In realtŕ ho notato che queste piccole aggiunte fanno la zuppa piů buona!" :)
Mala izka:)Amare il mondo e la vita diventa possibile solo quando ci accettiamo per quello che siamo, pregi e difetti... anche quelli che non vorremmo avere: per amare gli altri dobbiamo, prima di tutto, amare noi stessi.

Solo sentendoci capaci di essere "oggetto d'amore" possiamo veramente darci all'altro e permettergli di avvicinarsi.
Da piccoli, il primo contatto "amoroso" è stato con chi ci ha accuditi e allevati, chi ha saputo comprenderci e anticiparci nei nostri bisogni. Amare se stessi significa rinnovare ogni giorno quell'amore primordiale, ricordandoci che siamo degni d'amore per il solo fatto di esistere.

Molti non sanno che, per essere amati, non è necessario fare nulla, ma "solo" essere pronti a ricevere quell'amore, senza paura di perdersi o timore che l'altro fugga dopo averci conosciuto meglio. L'amore, infatti, è anche rischio: occorre essere disposti a rischiare di perdere l'altro, di cambiare con l'altro; unendosi e al tempo stesso, rimanendo distinti. Tutte cose che senza la sicurezza di poter essere amati non possono esistere, perché la paura di un possibile abbandono, che sentiremmo come la nostra fine, ci può spingere a interrompere ogni rapporto prima di averlo vissuto.

Per poter intraprendere una solida relazione d'amore, è allora necessario imparare a conoscersi, apprezzarsi e darsi fiducia, per poter conoscere, apprezzare e dare fiducia a nostra volta; per amare è necessario riconoscere che siamo parte di un tutto che non sarebbe tale senza di noi e non sarebbe tale senza l'altro. Altro che ha gli stessi nostri timori, le stesse speranze e soprattutto la stessa nostra voglia di trovare calore, anche con un semplice sorriso.
Senza l'amore, la vita non può che essere come un bellissimo dono ancora incartato... aspetta solo che qualcuno tagli il nastro per mostrarsi in tutto il suo splendore.:)
ma che vuoi da me???? scrivi fino alla nausea!!!!mannaggiaaaaa!!!!!!!
Molto tempo fa, quando il mondo era appena nato, era sempre buio nella terra dove viveva il popolo degli Inuit. Essi pensavano che fosse buio in tutto il mondo fino a quando non capitň lě un vecchio corvo che viveva viaggiando su tutto il pianeta.
Il vecchio corvo raccontň loro dei giorni luminosi che aveva potuto vedere, e piů gli Inuit sentivano parlare di luce e piů la desideravano.

“Potremmo cacciare piů lontano e piů a lungo. Potremmo vedere l'orso polare arrivare e scappare prima che ci attacchi”.
La gente supplicava il corvo di andare a prendere la luce del giorno, ma lui non voleva: “Č troppo lontano, ed io sono troppo vecchio per volare cosě a lungo”. Ma la gente lo supplicň cosě a lungo che alla fine partě.

Aprě le ali e si lanciň nel cielo buio, verso est.
Volň molto a lungo, finché le ali non cominciarono a dolergli per la stanchezza e stava per tornare indietro quando notň un debole bagliore di luce in lontananza.
Mano a mano che si avvicinava al bagliore, la luce diventava sempre piů brillante finché l'intero cielo non fu illuminato.
L'uccello esausto si fermň a riposare su un albero, vicino ad un villaggio. Era molto freddo.

Una figlia del capo del villaggio andň nel vicino ruscello. Come lei immerse il suo secchio nell'acqua gelata il corvo si tramutň in un granello di polvere e volň sul suo mantello di pelliccia e quando lei tornň al capanno del padre, portň con sé anche Corvo.
Dentro alla casa l'atmosfera era calda e luminosa, la ragazza si tolse la sua pelliccia ed il granello di polvere andň verso il nipote del capo, che stava giocando sul pavimento. Egli volň verso l'orecchio del bambino che cominciň a piangere.
“Che cosa hai? Perché piangi?” chiese il capo, che sedeva vicino al fuoco.
“Digli che vuoi giocare con una palla di luce” sussurrň il granello di polvere.

Come ogni nonno, il capo voleva che il nipote fosse felice e disse alla figlia di andare a prendere la scatola delle palle di luce.
Ne prese una piccola, la avvolse con uno spago e la diede al nipote.
Il granello grattň ancora l'orecchio del bambino, facendolo piangere di nuovo “Digli che vuoi giocare fuori” sussurrň il corvo.
Il bambino fece cosě, ed il capo lo portň sulla neve, davanti a casa, poi tornň dentro.

Il granello di polvere si tramutň di nuovo in corvo, tagliň lo spago con i suoi artigli e volň verso ovest.
Finalmente raggiunse la terra degli Inuit, la palla cadde a terra e si ruppe in tanti piccoli pezzi. La luce entrň in ogni casa e il buio lasciň il cielo.
Tutta la gente uscě di casa “Noi possiamo vedere per chilometri! Guarda le montagne in distanza e il cielo, come č blu. Non abbiamo mai potuto vedere cosě!”

Essi ringraziarono Corvo, ma lui si scusň: “Ho potuto portare solo una piccola palla di luce ed avrň bisogno di molto tempo per riprendere forza, cosě avrete luce solo per metŕ dell'anno”.
La gente rispose “Ma noi siamo felici di avere la luce per metŕ dell'anno, prima era buio per tutto l'anno”.
Questo spiega perché, nella terra degli Inuit, all'estremo nord, č buio per sei mesi l'anno ed č giorno per gli altri mesi.
prosze o przetłumaqczenie:czesc lores, jestes szczesciarzem ,opiekuj sie Anią,przepraszamy ,ze nie bedzie Nas w ważnym dla Was dniu,wszystkiego najlepszego na nowej drodze zycia
Temat przeniesiony do archwium.

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