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Temat przeniesiony do archwium.
AMORE T'assiste Amore. Orfeo, della tua pena Giove sente pietà. Ti si concede le pigre onde di Lete
vivo varcar. Del tenebroso abisso sei sulla via: se placar puoi col canto
le furie, i mostri e l'empia morte, al giorno la diletta Euridice farà teco ritorno...
ORFEO Ah come! Ah quando! E possibil sarà?... spiegati.
AMORE Avrai valor che basti a questa prova estrema?
ORFEO Mi prometti Euridice, e vuoi che io tema!
AMORE Sai però con qual patto l'imprese hai da compir?
ORFEO Parla.
AMORE Euridice ti si vieta il mirar, finché non sei fuor dagli antri di Stige, e il gran divieto
rivelarle non déi; se no, la perdi, e di novo, e per sempre; e in abbandono al tuo fiero desio
sventurato vivrai. Pensaci; addio.
AMORE Gli sguardi trattieni, affrena gli accenti; rammenta se peni, che pochi moment
hai più da penar. Sai pur che talora confusi, tremanti con chi gl'innamora
son ciechi gli amanti, non sanno parlar.

ORFEO Vieni: segui i miei passi, unico amato oggetto del fedele amor mio.
EURIDICE Sei tu! M'inganno? Sogno? Veglio? Deliro?
ORFEO Amata sposa, Orfeo son io, e vivo ancor; ti venni fin negli Elisi a ricercar; fra poco
il nostro cielo, il nostro sole, il mondo di bel nuovo vedrai.
EURIDICE Come! ma con quale arte? ma per qual via?
ORFEO Saprai tutto da me; per ora non chieder più, meco t'affretta, e il vano
importuno timor dall'alma sgombra: ombra tu più non sei, io non son ombra.
EURIDICE Che ascolto! e sarà ver? pietosi numi, qual contento è mai questo! Io dunque, in braccio
all'idol mio, fra' più soavi lacci d'Amore e d'Imeneo, nuova vita vivrò!
ORFEO Sì, mia speranza; ma tronchiam le dimore, ma seguiamo il cammin. Tanto è crudele
la fortuna con me, che appena io credo di possederti; appena so dar fede a me stesso.
EURIDICE E un dolce sfogo del tenero amor mio, nel primo istante che tu ritrovi me, ch'io te riveggo,
t'annoia, Orfeo!
ORFEO Ah! non è ver, ma... sappi... senti... (oh legge crudel!) bella Euridice, inoltra i passi tuoi.
EURIDICE Che mai t'affanna in sì lieto momento?
ORFEO (Che dirò! lo preveddi; ecco il cimento.)
EURIDICE Non mi abbracci! non parli! (tirandolo perché la guardi)
Guardami almen. Dimmi: son bella ancora qual era un dì? vedi: che forse è spento
il roseo mio volto? Odi: che forse s'oscurò quel che amasti e soave chiamasti
splendor de' sguardi miei?
ORFEO (Più che l'ascolto, meno resisto: Orfeo coraggio.) Andiamo,
mia diletta Euridice; or non è tempo di queste tenerezze; ogni dimora è fatale per noi.
EURIDICE Ma... un sguardo solo...
ORFEO È sventura il mirarti.
EURIDICE Ah infido! E queste son l'accoglienze tue! mi nieghi un sguardo,
quando dal caro amante e dal tenero sposo aspettarmi io dovea gli amplessi e i baci!
ORFEO (sentendola vicina, prende la sua mano e vuol condurla) (Che barbaro martir!) Ma vieni e taci.
EURIDICE (ritira la mano con sdegno) Ch'io taccia! e questo ancora
mi restava a soffrir! dunque hai perduta la memoria, l'amore,
la costanza, la fede!... E a che svegliarmi dal mio dolce riposo, or che hai pur spente
quelle a entrambi sì care d'Amore e d'Imeneo pudiche faci!... Rispondi, traditor.
ORFEO Ma vieni e taci.
ORFEO Vieni: appaga il tuo consorte.
EURIDICE No: più cara è a me la morte, che di vivere con te.
ORFEO Ah crudel!
EURIDICE Lasciami in pace...
ORFEO No: mia vita, ombra seguace verrò sempre intorno a te.
EURIDICE Ma perché sei sì tiranno?
ORFEO Ben potrò morir d'affanno, ma giammai dirò perché. Insieme
EURIDICE Grande, o numi, è il dono vostro, lo conosco e grata sono ma il dolor, che unite al dono,
è insoffribile per me.
ORFEO Grande, o numi, è il dono vostro, lo conosco e grato sono ma il dolor, che unite al dono,
è insoffribile per me.
EURIDICE Qual vita è questa mai, che a vivere incomincio! E qual funesto
terribile segreto Orfeo m'asconde!... Perché piange e s'affligge?... Ah non ancora
troppo avvezza agli affanni che soffrono i viventi, a sì gran colpo
manca la mia costanza... agli occhi miei si smarrisce la luce. Oppresso in seno
mi diventa affannoso il respirar. Tremo... vacillo... e sento
fra l'angoscia e il terrore da un palpito crudel vibrarmi il core. EURIDICE Che fiero momento! Che barbara sorte! Passar dalla morte a tanto dolor!
Avvezza al content d'un placido oblio, fra queste tempest si perde il mio cor.
ORFEO (Ecco un nuovo tormento!)
EURIDICE Amato sposo, m'abbandoni così! Mi struggo in pianto,
non mi consoli! il duol m'opprime i sensi, non mi soccorri!... un'altra volta, oh stelle!
Dunque morir degg'io, senza un amplesso tuo... senza un addio!
ORFEO (Più frenarmi non posso; a poco a poco la ragion m'abbandona, oblio la legge,
Euridice, e me stesso. E...) (in atto di voltarsi e poi pentito)
EURIDICE Orfeo... consorte... ah... mi sento... languir!
(si getta a sedere sopra un sasso)
ORFEO No sposa... ascolta... (in atto di voltarsi a guardarla e con impeto)
se sapessi... (Ah! che fo?... ma fino a quando in questo orrido inferno dovrò penar!)
EURIDICE Ben... mio... ricordati... di... me...
ORFEO Che affanno!... Oh come mi si lacera il cor! Più non non resisto;
smanio, fremo, deliro... ah mio tesoro!... (si volta con impeto e la guarda)
EURIDICE (alzandosi con forza e tornando a cadere)
Giusti dèi, che m'avvenne. Io... manco... io... mo... ro...

AMORE (lo disarma) Orfeo! che fai?
ORFEO (con impeto e fuori di sé) E chi sei tu, che trattenere ardisci le dovute a' miei
casi ultime furie?
AMORE Questo furore calma, deponi e riconosci Amore.
ORFEO (come tornando in sé stesso) Ah! sei tu... Ti ravviso; il duol finora
tutti i sensi m'oppresse. A che venisti? In sì fiero momento, che vuoi da me?
AMORE Farti felice. Assai per gloria mia soffristi, Orfeo. Ti rendo Euridice, il tuo ben. Di tua costanza
maggior prova non chiedo. Ecco: risorge a riunirsi con te.
Euridice si alza, come svegliandosi da un profondo sonno.
ORFEO (con sorpresa e corre ad abbracciare Euridice) Che veggo! oh numi! Sposa...
EURIDICE Consorte!
ORFEO E pur t'abbraccio!
EURIDICE E pure al sen ti stringo!
ORFEO (ad Amore) Ah! Quale riconoscenza mia...
AMORE Basta; venite avventurosi amanti, usciamo al mondo, ritornate a godere.
ORFEO Oh fausto giorno! Oh amor pietoso!
EURIDICE Oh lieto fortunato momento!
AMORE Compensa mille pene un mio contento.
ORFEO Trionfi Amore, e il mondo intero serva all'impero della beltà. Di sua catena talvolta amara
mai fu più cara la libertà.
AMORE Talor dispera, talvolta affanna d'una tiranna, la crudeltà. Ma poi la pena oblia l'amante
nel dolce istante della pietà.
EURIDICE La gelosia strugge e divora; ma poi ristora la fedeltà. E quel sospetto che il cor tormenta,
alfin diventa felicità.


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libretto d'opera
Azione teatrale in tre atti su libretto di Ranieri de’ Calzabigi
Musica di Christoph Willibald Gluck
Józef Kański "Przewodnik operowy", Polskie Wydawnictwo Muzyczne S. A., Kraków 2008