in occasione della festa di domani:
"Ed anche quest'anno è arrivato il triste tempo di parlar di loro: delle “assenze incolmabili".
Presenze, non più vive, ma che abitano i nostri pensieri, le nostre solitudini, il nostro "senso di incompletezza".
Ci ostiniamo a credere che è il corso della vita che c’impone distacchi tanti dolorosi, quanto inderogabili, ma non è facile per nessuno accettare passivamente L'ADDIO PER SEMPRE.
La morte, al pari della nascita è un percorso che ci riguarda da vicino tutti. Tutti ne siamo protagonisti; tutti ne siamo da esempio. Si nasce piangendo e si muore con qualcuno che piange per noi... per questo nostro irrimediabile ADDIO PER SEMPRE!
La morte fa paura; dispiace; intristisce; rende poveri; annulla e cancella una parte del nostro vissuto, ma. è un passaggio fondamentale, che serve a chi resta, per consumarsi il resto della propria vita anche nel ricordo solitario di chi, in un brutto giorno e senza il nostro permesso, ci ha detto ADDIO PER SEMPRE!
La mia fede cristiana mi porta a credere che la morte sia soltanto una tappa intermedia di ben altre visioni, altre aspettative, altre verità. Altre eternità, ma…
Chi resta con le mani congiunte, per tenersi stretto a se quel desolamento, come può accontentarsi di sapere che quella presenza insostituibile oggi non è più accanto a noi ma… sopra di noi. No!
Il ricordo, soprattutto se è triste, stana ogni equilibrio, dissesta ogni certezza, disarma qualsiasi proposito di rappacificazione interiore, rendendo poco credibile l'idea che per lui, oggi, ci siano altre realtà che lo stanno affascinando ed hanno preso il posto a stenti, patemi, malattie, dolori e solitudini.
Non può bastare per una donna che si vede strappare il suo compagno di una vita, nel lampo soffocato di un sospiro, non può servire ad un figlio, che si morde il cuore nel rammarico di non essere riuscito a dire più volte a suo padre che "gli voleva bene"; non può bastare a consolazione che un giorno anime perse si rincontreranno se, in quell'attesa dolorosa, ci sentiamo tanto poveri dentro.
E inoltre, a chi non crede nel Paradiso? Cosa può aspettarsi che gli venga
regalato da una morte improvvisa? O, credete che soffra in modo diverso? NO!
La morte non ha fede, dentro la quale rafforzarsi o sconfiggerci ulteriormente.
La morte ha solo un compito: "sottrarre" e, quando veniamo derubati dall'affetto vivo di un nostro caro, non c'è ideale cristiano, filosofico o morale che tenga. Ci si sente soli e basta!
Ma, in quella solitudine, ci deve essere un senso di rivalsa per tutti quanti noi.
Non possiamo sempre diventare più poveri ad ogni "scomparsa incolmabile". C'è il rischio di avere del sorriso solo un vago ricordo… dopo un po' di adii dolorosi ed improvvisi!
Credo che l'unico rimedio da opporre, sia soltanto quello di arricchirsi il cuore con il ricordo felice di quella vitalità, incancellabile per mente e cuore.
Solo così potremo provare a vincerla quella desolazione, facendoci forte di quella stessa assenza, con la certezza che ci ha regalato parte del meglio di sé (o tutto il suo esistere) con un unico motivo: ESSERE RICORDATI PER SEMPRE.
Se quell’ADDIO ci scovasse, proprio in questo istante che lo stiamo a ricordare, con un volto tanto desolato avrebbe da rimproverarci una malinconia che non gli piace, perché lui ha lottato per lasciare un buon ricordo.
Verrà anche il nostro tempo e, son certo, che anche noi vorremmo solo e sempre sorrisi a ricordo della nostra presenza.
Ed è in questa mia considerazione finale che per ogni addio doloroso provo a scacciare il dolore nel fondo del cuore, proponendo un abbozzo di sorriso in omaggio a chi è andato via, senza dirmi addio e non PER SEMPRE… perché ogni volta che avrò bisogno di lui, basterà ricordarlo e la speranza nello spazio di un sorriso RITORNA!!!
E' meglio essere indimenticabili, piuttosto che farsi cancellare in fretta da mente e cuore."
[scritto da Gianco]