Italiani vs immigrati? Hanno la memoria corta...

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Oggi su "Corriere della Sera" è stato pubblicato un articolo che parla di un documentario (in onda lunedì su Rai Tre, peccato che in seconda serata...) che descrive i tempi della Grande Emigrazione italiana verso gli USA a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Il trattamento riservato agli italiani da parte degli americani non era dei migliori, anzi... erano considerati quasi una razza inferiore.

Purtroppo è un comportamento che spesso si può vedere attualmente in Italia, solo che questa volta sono gli italiani a considerarsi superiori agli immigrati dei Paesi più sfortunati. Anche se proprio loro dovrebbero capirli bene e cercare di farli stare bene... oppure è una vendetta indiretta? O forse semplicemente gli italiani, ormai nella maggior parte benestanti, si sono dimenticati delle sofferenze subite dai loro connazionali in America?...

Sotto riporto l'articolo di cui sopra:

"Linciati o attentatori: storie di italiani in Usa

Il film-inchiesta di Norelli porta alla luce alcune delle vicende più tristi e meno note nella storia dell'immigrazione in America

NEW YORK - Il linciaggio di 11 immigrati italiani a New Orleans nel 1891: il più grave della storia americana. L'attentato a Wall Street ad opera di anarchici italiani amici di Sacco e Vanzetti che causò 39 morti e centinaia di feriti nel 1920. L’internamento in campi di prigionia USA di oltre 2.500 civili italo-americani dichiarati «stranieri nemici» durante la seconda guerra mondiale. Sono solo alcuni dei drammatici episodi di storia recente esaminati in «Pane amaro», il nuovo film-inchiesta del giornalista e regista italo-americano Gianfranco Norelli, che andrà in onda in seconda serata su Rai Tre il prossimo 29 gennaio e il 5 febbraio nella serie «La Grande Storia».

IMMAGINI DRAMMATICHE - Il film si avvale di centinaia di foto e documenti originali - dalle pagine dei giornali ai cartoons, dai film muti a rari filmati d’epoca – nonché di interviste con storici e studiosi italo-americani contemporanei per riportare alla luce una delle vicende più tristi e meno conosciute nella storia dell'immigrazione italiana in Usa. «Gli oltre cinque milioni di immigrati italiani giunti negli Stati Uniti fra il 1880 e la seconda guerra mondiale soffrirono pene dell’inferno per essere accettati ed integrarsi», spiega Norelli, emigrato lui stesso a New York 27 anni fa e formatosi come documentarista negli Stati Uniti, dove ha prodotto documentari per la BBC, la televisione pubblica americana PBS, National Geographic e la RAI, vincendo numerosi premi a festival internazionali.

POPOLO DI MEZZO - Il suo racconto inizia alla fine dell’ Ottocento, con l’arrivo di decine di migliaia di italiani nel profondo sud, agricolo e ultraconservatore, degli Stati Uniti, dove rimpiazzano gli schiavi neri nelle piantagioni di cotone e di canna da zucchero. In una società basata sulla segregazione razziale, dove il KKK detta legge, gli italiani vengono definiti «un popolo di mezzo». Né bianchi né neri, sono privati dei diritti dei primi ma soggetti alle discriminazioni ed abusi dei secondi. «Un semplice sospetto o una spiata portavano spesso non ad un processo e al carcere - racconta Norelli - ma alla giustizia sommaria del linciaggio».

«INVASIONE» - All’inizio del Novecento arriva a New York l’ondata più numerosa di immigrati italiani. Nel 1906 sbarca ad Ellis Island una media di 980 italiani al giorno. Il totale, quell’anno, tocca un record che non verrà mai superato: 358 mila. «Molti americani la considerano un’invasione da parte di un popolo culturalmente, moralmente e geneticamente inferiore», incalza il regista. Il razzismo anti-italiano si diffonde. Gli opinionisti americani dipingono gli italiani come un’orda subumana e incontrollabile. Le loro condizioni di vita e di lavoro riflettono il loro status di cittadini di seconda classe. Negli anni venti Washington vara una legge che riduce l’immigrazione dall’Italia quasi a zero.

ANARCHICI – Ma dall’Italia erano già sbarcati in Usa anche militanti politici e rivoluzionari. La seconda parte di «Pane amaro» descrive il complesso capitolo dell’impegno sindacale ma anche della violenza politica di matrice italiana. Il 16 settembre 1920, un minuto dopo mezzogiorno, mentre migliaia di impiegati escono dagli uffici per andare a pranzo, una bomba esplode nel centro di Wall Street. Trentanove persone vengono uccise e centinaia rimangono ferite in quello che resta il più sanguinoso attentato terroristico nella storia della città, dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’ 11 settembre 2001. Il responsabile: un gruppo clandestino di anarchici italiani, alcuni proveniente da Paterson, in New Jersey, da dove era partito Gaetano Bresci, l’anarchico che aveva ucciso il re d’Italia Umberto I.

ATTUALE - Perché riproporre questa storia proprio ora? «Pane Amaro ci fa riflettere sul significato profondo dell’ emigrazione, in un momento in cui l’Italia è diventata la meta di migliaia di immigranti da ogni angolo della terra - risponde Norelli -. La psicosi che si percepisce oggi in Italia nei confronti degli immigrati è la stessa che ha fatto soffrire ed ha ucciso tanti loro antenati in America».

Alessandra Farkas
25 gennaio 2007"

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/01_Gennaio/25/film.shtml
si... purtroppo è un ciclo continuo anche perchè le persone dimenticano.. dimenticano i fatti,gli avvenimenti,le persone quello che eravamo noi ieri per gli altri... oggi lo sono altri per noi... dee hai per caso visto il film Nuovo Mondo? uno spaccato della storia di un'emigrante siciliano verso l'america, la preparazione, le aspirazioni e il lungo travaglio per ottenere il visto di ingresso. Tutti parlano di integrazione e fraternita' ma il raggiungimento di questa sfortunatamente credo che sia solo una grande utopia
No, non l'ho visto... Comunque credo debba essere un film interessante. Effettivamente, c'è tanta gente che si è dimenticata della situazione di quei poveracci costretti ad emigrare oltre oceano...
E anche vero che c'è tanta gente che si è dimenticata della situazione dei propri conpaesiani rimasti. Avete mai sentito della nave piena dei Ebrei che cerchavano di scappare in America dal terrore nazzista?
che cosa intendi , Genio?
parli della Exodus? un triste ed inutile viaggio ,anzi una fuga dal terrore del nazismo verso una speranza di liberta' e conclusasi in morte e prigionia..
Questa nave, piena di gente era quasi arrivata in America. Purtroppo i Ebrei che vivevano la da anni, l'anno fatta tornare in dietro. Che io sappia, tutti sono finiti nei campi di sterminio.
si trattava di qualche mila di persone.
Sullo stesso argomento, cioè l'emigrazione italiana all'estero negli anni passati, consiglio a tutti la lettura del libro "L'Orda. Quando gli albanesi eravamo noi" di Gian Antonio Stella.

Se tutti quelli che oggi trattano con disprezzo, ignoranza e diffidenza gli immigrati che vengono nel nostro Paese in cerca di un futuro migliore, avessero conoscenza di quello che hanno passato i nostri antenati, forse si comporterebbero diversamente...film o libri del genere li farei leggere e vedere nelle scuole
Dal libro di Stella è nato anche un sito internet:

http://www.speakers-corner.it/rizzoli/stella/home.htm
io ricordo la tragedi dell'exodus partita da la spezia per portare qualche migliaio di ebrei scampati ai campi in palestina che in quel periodo era sotto il controllo degli inglesi per il controllo dei soliti disordini presenti ancora oggi... la nave venne addirittura speronata dalle navi inglesi e dovette ritornare indietro ma non piu' accettata da nessun'altro porto finche sbarcarono ad Amburgo se non sbaglio dove indovinate un po' vennero imprigionati in un ex campo di sterminio convertito in campo per prigionieri ebrei
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