Vecchia utopia e nuovo capitalismo

Temat przeniesiony do archwium.
In Polonia è stato realizzato per quasi 50 anni un sistema 'importato' dall'Unione Sovietica con la forza. Esso era basato su un'utopia. Grandi ideali, belle parole, ma fatti disastrosi. I valori di uguaglianza e dignità della persona umana si sono tradotti nella violenza e nella repressione della libertà personale. La fiducia negli altri si è trasformata in sospetto. Lo Stato che doveva essere di tutti e per tutti è diventato burocrazia di pochi contro tutti gli altri. Etc, etc.
Ma pensate che il capitalismo di oggi sia quello che noi italiani, come gli altri europei 'ex occidentali', abbiamo vissuto in passato? Questo di oggi è un turbocapitalismo, un capitalismo all'americana. Quando insomma la competizione è sfrenata, quando lavorare significa dover sopraffare gli altri, quando per stare a galla bisogna essere duri e cinici, quando le aziende per cui lavoriamo non sono più di proprietà del Sig. Bianchi o del Sig. Rossi, ma sono in mano a Società straniere, banche, fondi di investimento, che hanno magari la sede legale in qualche 'paradiso fiscale' come le isole Cayman... che idea dobbiamo allora farci dei valori che sono alla base di questo nuovo sistema globalizzato? Questo è un nuovo comunismo: "Od każdego według jego możliwości, każdemu - według potrzeb.". Come sono attuali queste parole... ma questa volta solo per pochi eletti!
Cosa ne pensate?
Un capitalismo all'americana non e' la globalizzazione o almeno non e' una invenzione americana. E' vero, una globalizzazione e' una malatia del capitalismo, ma io la chiamerei piuttosto un passo verso il socialismo. Certo, non e' questa facia del socialismo che conosciamo noi polacchi, ma socialismo che come un cancro rovina l'ecconomia europea.
Gli sintoni del socialismo si vedono anche negli Stati Uniti(speriamo bene che non vincha Hillary), ma in confronto con il vecchio contiente quell paese e' sempre un'esempio della economia sana, del capitalismo.

I menbri della NAFTA fanno parte della organisazione economica, che non cercha di diventare, come in caso dello "eurosovcos" uno megastato, con la politica comune.
L'Unione Europea e' una creatura burocratica, che etntra in igni posto della nostra vita, illudendoci della liberta' falsa: puoi ammazzare, ma tra poco la centrale decidera' addirittura del tipo delle lampadine che possiamo usare. Miliaia, milioni delle regole.....non c'e' spazio alla liberta'.
Genio/E., sono d'accordo sul fatto che le regole dell'Unione europea siano in molti casi assurde. Così diventiamo poco competitivi, ma siamo bravissimi a importare i prodotti dalla Cina, dove non esistono regole e il lavoro in alcuni casi è vicino alla schiavitù. Altro discorso va fatto per l'America. E' vero, noi italiani (e così i francesi, i tedeschi, etc.) dobbiamo ringraziare gli americani per quello che hanno fatto nel passato, a partire dal piano Marshall. Ma, a parte che io non ho parlato di globalizzazione come di una loro invenzione, il modello di capitalismo che propongono oggi è esasperato. Io dico che noi europei non abbiamo la mentalità nè le radici culturali per imitarlo. E tutto questo ci mette in crisi. Il socialismo democratico? Magari!! Sarebbe un mondo più bello, più libero (nel senso vero...) e più sano. In Europa occidentale, e soprattutto in Scandinavia c'è stato in altri tempi, e tutti qui da noi dicono che si "stava meglio". Speriamo che Hillary o Obama vengano eletti così ci saranno in giro per il mondo meno guerre sporche e chissà, magari più senso di giustizia sociale.
>>>Il socialismo democratico? Magari!! Sarebbe un mondo più bello, più libero (nel senso vero...) e più sano. In Europa occidentale, e soprattutto in Scandinavia c'è stato in altri tempi, e tutti qui da noi dicono che si "stava meglio".
La Svezia è infatti un caso a sè. Ma, nella seconda metà del Novecento, tutti gli altri Paesi dell'Europa occidentale, ad esclusione della Spagna (dove c'era Franco) e della Grecia, hanno conosciuto un benessere ed una ricchezza, in termini di potere di acquisto della moneta rispetto al reddito pro-capite, maggiori di quelli attuali. Oggi si assiste, in Europa come altrove, ad un triste fenomeno: il numero dei cosiddetti ricchi è sempre più basso, e costoro intanto sono sempre più ricchi...