Intercetta gli sms dei figli: indagato

Temat przeniesiony do archwium.
Professionista sotto inchiesta per aver comprato via Internet un software che ha usato per spiare il cellulare dei due figli. L'uomo aveva installato il programma nel suo telefonino e in quello dei suoi ragazzi: in questo modo poteva conoscere in ogni momento le chiamate fatte e quelle ricevute e addirittura leggere gli sms scambiati tra i figli e i loro amici. «L'ho fatto per controllare che non si drogassero», ha spiegato il professionista alle Fiamme Gialle.

Le indagini della Guardia di Finanza sono scattate a livello nazionale qualche settimana fa, con riferimento al software liberamente venduto su Internet che permetteva a qualsiasi privato di effettuare intercettazioni telefoniche. Il fatto è che le intercettazioni devono essere autorizzate dalla magistratura con relativo provvedimento: al di fuori di tali casi sono abusive e penalmente perseguibili. Il programma messo in vendita sul web era pertanto illegale. A violare la legge non sono stati soltanto coloro che lo hanno ideato, confezionato e messo in commercio (13 persone sotto inchiesta a Torino nei confronti delle quali sono scattate ieri perquisizioni e sequestri), ma anche chi lo ha comprato e installato. La violazione ipotizzata dagli inquirenti riguarda l'articolo 617 bis del Codice penale: installazione di apparecchiature atte a intercettare comunicazioni o conversazioni telefoniche o telegrafiche. Si tratta di una violazione che rientra nei delitti contro l'inviolabilità dei segreti ed è punita con la reclusione da uno a quattro anni.

In tutt'Italia è stata pertanto avviata nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza la «caccia» a quanti hanno comprato il kit in Internet. Lunga la lista degli acquirenti: investigatori privati, mariti e mogli gelosi in particolare. Ma anche padri preoccupati. Come nel caso del professionista individuato dal comando trevigiano delle Fiamme Gialle che, dopo un'accurata indagine in Rete, è risalita ai nominativi di alcuni acquirenti. Alcuni di loro sono già stati sentiti, altri verranno interrogati nei prossimi giorni. Tra i compratori del kit figura dunque anche il professionista trevigiano che, convocato al comando di via Riccati, ha spiegato l'accaduto. L'uomo ha precisato di aver fatto l'acquisto del programma per le intercettazioni in assoluta buona fede, convinto che esso fosse perfettamente legale proprio perché liberamente venduto. L'intento era dei migliori: controllare che i figli non finissero in cattive compagnie e in particolare non cominciassero ad assumere droga visto il rilevente consumo di sostanze stupefacenti tra gli studenti della Marca. Insomma, le normali preoccupazioni di un genitore che ha pensato alle nuove tecnologie per proteggere i propri cari. L'uomo ha pertanto installato il software nel suo telefonino e in quello dei suoi ragazzi (naturalmente a loro insaputa). In questo modo poteva in ogni istante leggere gli sms dei figli e conoscere i numeri delle chiamate in partenza e in arrivo.


Il kit sequestrato dagli investigatori alla banda di Torino aveva una funzione ulteriore: grazie al collegamento con un rilevatore satellitare consentiva di conoscere in tempo reale la posizione dei controllati, intercettandone gli spostamenti. Una funzione, questa, che non è stata però attivata dal professionista trevigiano. La spiegazione fornita dall'uomo è stata giudicata dagli investigatori convincente, anche se sarà ora la Procura a decidere se archiviare o meno il fascicolo aperto per la violazione dell'articolo 617 bis del Codice penale. Nei prossimi giorni le Fiamme Gialle sentiranno anche le altre persone finite sotto inchiesta: una, in particolare, avrebbe la posizione più delicata.

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