Genova, uccide l'amante 46enne dell'ex moglie:

Temat przeniesiony do archwium.
GENOVA (28 marzo) - Ha spedito un sms d'amore all'ex moglie con il telefonino sottratto all'amante di lei, che lui stesso aveva ucciso poco prima a bastonate con la complicità di un immigrato rumeno ingaggiato con il miraggio di un lavoro e di una casa in Italia. Il colpevole, secondo la ricostruzione dei carabinieri, è il muratore Francesco Titta, 67 anni, originario di San Nicola dell'Alto (Catanzaro), fermato ieri con il rumeno Lucian Tarara, di 32 anni, con l'accusa di aver ucciso all'alba di mercoledì scorso, per gelosia, in un agguato per strada ad Arenzano, il magazziniere della Coop Luigi Damonte, di 46 anni. I due hanno in parte confessato al sostituto procuratore della Repubblica Piercarlo Di Cennaro, anche se - hanno detto - non era loro intenzione arrivare ad uccidere.

L'omicidio. I carabinieri di Arenzano hanno risolto il caso in poco più di un giorno e mezzo, assicurando alla giustizia i presunti colpevoli. Il pm Di Gennaro ha già chiesto al gip di convalidare i due fermi di polizia giudiziaria. L'arma del delitto, un tronchetto di abete ricavato da un vecchio albero di Natale, trovato sul luogo del delitto, è stato sequestrato. Damonte fu aggredito verso le 5 del mattino subito dopo essere uscito da casa, alla periferia di Arenzano. Stordito da una bastonata in testa, fu poi portato di peso verso un canale di scolo dell'acqua piovana e colpito innumerevoli volte con il tronco al viso. La mano con cui Damonte tentava di ripararsi è stata maciullata dai colpi. Il magazziniere, in fin di vita, fu scoperto poco dopo le 8 da una pattuglia di carabinieri, avvertiti da passanti che aveva trovato per strada macchie di sangue e le chiavi dell'uomo. Morì tra le braccia dei soccorritori. Nonostante la sparizione del cellulare e del portafogli, le indagini dei carabinieri hanno subito preso la pista della gelosia. Damonte, infatti, aveva una relazione con una compagna di lavoro, albanese, separata da due anni dal marito Francesco Titta, che però continuava a vivere nella sua stessa abitazione.

Un sms d'amore all'ex moglie. La donna ha riferito ai carabinieri di aver ricevuto quella stessa mattina dal cellulare di Damonte, verso le 9, prima una telefonata con voce contraffatta, poi un sms d'amore. Gli investigatori hanno poi accertato che il messaggino conteneva frasi di un'appassionata lettera alla donna scritta da Titta, ma mai spedita, trovatagli durante una perquisizione. Verificato che l'aggressione doveva essere stata compiuta da almeno due persone, i carabinieri si sono messi alla ricerca del complice.

Il complice romeno ingaggiato col miraggio di un lavoro. Hanno così accertato che qualche giorno fa Titta aveva contattato in piazza Caricamento a Genova il rumeno, da poco giunto in Italia. Promettendogli un lavoro e una casa, lo aveva convinto ad aiutarlo a punire una persona che gli aveva fatto «molto male». I due hanno così organizzato l'agguato, dopo aver fatto un sopralluogo nei pressi dell'abitazione di Damonte per scegliere il momento migliore: quello in cui il magazziniere usciva da casa per andare al lavoro. Il ritrovamento in casa di Titta della lettera con le stesse frasi del sms, dell'albero di Natale segato dal quale era stata ricavata l'arma del delitto e di una scarpa con macchie di sangue sono stati gli elementi che hanno consentito ai carabinieri di incastrare i due. I militari hanno così fermato dapprima Titta e quindi il rumeno, rintracciato nei pressi della stazione di Brignole. Questi è crollato dopo poche ore di interrogatorio. Il muratore, invece, si è chiuso in un ostinato mutismo fino a quando, incalzato dall'interrogatorio, ha ammesso: «Volevo solo dargli una lezione».
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=21411&sez=HOME_INITALIA
Purtroppo ho seguito bene questa vicenda dato che è successo a 4km da casa mia. Davvero un tristezza :(

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