BERLINO C´è grande perplessità in Germania sul voto italiano. Tutti qui vedono questa elezione fuori dai comuni parametri delle democrazie europee». A dirlo è Giovanni Di Lorenzo, direttore del settimanale Die Zeit, uno dei più prestigiosi media tedeschi.
Signor Di Lorenzo, perché l´imbarazzo? Quando votano i francesi la Cdu è per Sarkozy, e in Spagna è per Rajoy. In Italia è diverso?
«Sì, perché per i tedeschi è inconcepibile che un ex capo del governo si ripresenti per la quinta volta. Non esiste, chiunque egli sia. La domanda che ci si pone più spesso qui è perché gli italiani votano ancora Berlusconi. In parte è inspiegabile». ................... Cioè ci vorrebbero facce nuove?
«Da un lato si dice che non si dovrebbe correre a oltranza. Ci sono anche perplessità sull´età media di gran parte della classe politica italiana. In Germania politici oltre i 65 sono l´eccezione, in Italia sembra la regola. Poi, e qui torna una vecchia perplessità e un vecchio imbarazzo, c´è il conflitto d´interessi».
Il rivale, Veltroni, com´è visto dai tedeschi?
«È poco conosciuto, su di lui non si hanno ancora idee ben precise».
Il voto può avere conseguenze sui rapporti bilaterali tra Italia e Germania?
«Penso che la signora Merkel abbia accumulato esercizio ed esperienza nel gestire rapporti difficili. Come con Sarkozy, o con gli amici polacchi. Quanto ai rapporti con i governi di Berlusconi a Berlino hanno già esperienza, sanno che hanno dovuto reggere ben altre cose: dallo scontro con Schultz all´Europarlamento fino alla volto in cui Berlusconi salutò Angela Merkel intonando "Angelina"».
Conti pubblici, criminalità. Dove andrà l´Italia secondo il potere tedesco?
«Per conscia scelta di cortesia nessuno in Germania ha voluto dare valutazioni prima delle elezioni. Certo, l´export della malavita - vedi Duisburg l´estate scorsa - è un problema. E il debito pubblico italiano è un caso a sé. Ma soprattutto, mai abbiamo visto una simile atmosfera di sconforto e sfiducia verso tutta la classe politica come in queste elezioni. La società civile si è dimostrata rassegnata, non ha fatto sentire la sua voce. Questo mi sembra l´aspetto più preoccupante. L´Italia è stata sempre un laboratorio politico».
E ora lo diventa in negativo?
«È già successo. Preoccupa vedere come il crollo di un vecchio sistema politico, dopo Mani pulite, porti alla disaffezione verso la politica. Non è grave solo per l´Italia. Può essere contagioso in Europa». "Troppo vecchi i vostri politici È un´anomalia"
«C´è grande perplessità in Germania sul voto italiano. Tutti qui vedono questa elezione fuori dai comuni parametri delle democrazie europee». A dirlo è Giovanni Di Lorenzo, direttore del settimanale Die Zeit, uno dei più prestigiosi media tedeschi.
Signor Di Lorenzo, perché l´imbarazzo? Quando votano i francesi la Cdu è per Sarkozy, e in Spagna è per Rajoy. In Italia è diverso?
«Sì, perché per i tedeschi è inconcepibile che un ex capo del governo si ripresenti per la quinta volta. Non esiste, chiunque egli sia. La domanda che ci si pone più spesso qui è perché gli italiani votano ancora Berlusconi. In parte è inspiegabile».
Andrea Tarquini - La RepubblicaC´è grande perplessità in Germania sul voto italiano. Tutti qui vedono questa elezione fuori dai comuni parametri delle democrazie europee». A dirlo è Giovanni Di Lorenzo, direttore del settimanale Die Zeit, uno dei più prestigiosi media tedeschi.
Signor Di Lorenzo, perché l´imbarazzo? Quando votano i francesi la Cdu è per Sarkozy, e in Spagna è per Rajoy. In Italia è diverso?
«Sì, perché per i tedeschi è inconcepibile che un ex capo del governo si ripresenti per la quinta volta. Non esiste, chiunque egli sia. La domanda che ci si pone più spesso qui è perché gli italiani votano ancora Berlusconi. In parte è inspiegabile».
Cioè ci vorrebbero facce nuove?
«Da un lato si dice che non si dovrebbe correre a oltranza. Ci sono anche perplessità sull´età media di gran parte della classe politica italiana. In Germania politici oltre i 65 sono l´eccezione, in Italia sembra la regola. Poi, e qui torna una vecchia perplessità e un vecchio imbarazzo, c´è il conflitto d´interessi».
Il rivale, Veltroni, com´è visto dai tedeschi?
«È poco conosciuto, su di lui non si hanno ancora idee ben precise».
Il voto può avere conseguenze sui rapporti bilaterali tra Italia e Germania?
«Penso che la signora Merkel abbia accumulato esercizio ed esperienza nel gestire rapporti difficili. Come con Sarkozy, o con gli amici polacchi. Quanto ai rapporti con i governi di Berlusconi a Berlino hanno già esperienza, sanno che hanno dovuto reggere ben altre cose: dallo scontro con Schultz all´Europarlamento fino alla volto in cui Berlusconi salutò Angela Merkel intonando "Angelina"».
Conti pubblici, criminalità. Dove andrà l´Italia secondo il potere tedesco?
«Per conscia scelta di cortesia nessuno in Germania ha voluto dare valutazioni prima delle elezioni. Certo, l´export della malavita - vedi Duisburg l´estate scorsa - è un problema. E il debito pubblico italiano è un caso a sé. Ma soprattutto, mai abbiamo visto una simile atmosfera di sconforto e sfiducia verso tutta la classe politica come in queste elezioni. La società civile si è dimostrata rassegnata, non ha fatto sentire la sua voce. Questo mi sembra l´aspetto più preoccupante. L´Italia è stata sempre un laboratorio politico».
E ora lo diventa in negativo?
«È già successo. Preoccupa vedere come il crollo di un vecchio sistema politico, dopo Mani pulite, porti alla disaffezione verso la politica. Non è grave solo per l´Italia. Può essere contagioso in Europa».
Andrea Tarquini - La Repubblica