LE ANTICHE PIRAMIDI ED IL GEOPOLIMERO

Temat przeniesiony do archwium.
In un articolo pubblicato l'1 dicembre sul Journal of the American Ceramic Society (http://www.ceramics.org/journal/home.asp), Michel Barsoum, professore di ingegneria dei materiali alla Drexel University (http://www.drexel.edu/) in Pennsylvania, Adrish Ganguly, un suo studente di dottorato, e Gilles Hug, del Centre National pour la Recherche Scientifique (http://www.cnrs.fr) spiegano come i costruttori egizi nell'erigere la Grande Piramide abbiano usato una combinazione di pietre tagliate insieme ai primi blocchi di calcestruzzo a base calcarea mai creati.

A differenza delle ipotesi tradizionali, secondo le quali la totalità delle pietre veniva tagliata e modellata in cave vicine alle piramidi con attrezzi di rame, trasportata fino ai cantieri, messa su rampe e poi sollevata fino alla posizione stabilita con l'aiuto di cunei e leve, Barsoum sostiene che questo non avveniva per le componenti cruciali. I costruttori gettavano i blocchi delle intelaiature interne ed esterne e, probabilmente, le parti superiori delle piramidi usando un calcestruzzo a base calcarea che appartiene alla categoria dei geopolimeri.

Anche se questi risultati rispondono ad alcuni degli storici quesiti sulle piramidi, lo scienziato dice che il loro mistero è lungi dall'essere risolto. Infatti appare ancora inspiegabile come sia stato possibile tagliare con niente più che strumenti di rame i blocchi di granito che fanno da pareti alle camere dei re e che pesano fino a 70 tonnellate l'uno.

Le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori potrebbero, inoltre, condurre a un cambiamento epocale nella produzione del calcestruzzo usato per le costruzioni. Il tipo di cemento più diffuso oggi, il cemento Portland, è infatti una delle cause dell'eccesso di anidride carbonica nell'atmosfera e ha una durata di circa 150 anni. Se usato ampiamente, invece, il geopolimero delle piramidi porterebbe a una diminuzione di circa il 90 per cento dell'inquinamento dovuto ai materiali da costruzione e avrebbe una durata di gran lunga maggiore. Senza contare che fornirebbe alle nazioni in via di sviluppo una tecnica per costruire strutture con materiali facilmente accessibili, perchè le materie prime usate per produrlo (calce, calcestruzzo e terre di diatomee) si trovano ovunque e sono poco costose.

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