Tanta crisi e poco lavoro: gli immigrati tornano a

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Tanta crisi e poco lavoro: gli immigrati tornano a casa
Dall’«idraulico polacco» all’operaio africano, tutti con le valigie
Mercoledì 18 marzo 2009
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Controesodo. La rilevazione Onu: drastico calo dei flussi dal Sud al nord del mondo

di Guido Santevecchi

Gli ultimi dati di questa crisi globale dicono che la polemica forse non avrà presto più ragione di esistere: i flussi migratori dal Sud al Nord del mondo quest’anno sono previsti in calo drastico, fino a un 30 per cento in meno. E ondate di lavoratori stranieri stanno cominciando a rimpatriare.
«Presto potremmo assistere a uno tsunami di migranti che ripartono, a milioni», ha detto alla rivista americana Newsweek Joseph Chamie, ex direttore della Divisione Popolazione delle Nazioni Unite.
Paesi come Spagna e Stati Uniti stanno già registrando un saldo netto negativo nel flusso: sono più gli immigrati che lasciano di quelli che arrivano. I numeri europei sono ancora relativamente bassi rispetto a quelli di Asia e Medio Oriente: dalla Malaysia nel 2008 sono ripartiti 200 mila operai indonesiani, messi alla porta da fabbriche che hanno chiuso; la contrazione nella domanda energetica, che ha fatto cadere il prezzo del barile di greggio, spinge anche i ricchi Paesi petroliferi del Golfo a tagliare: metà dei 13 milioni di lavoratori stranieri potrebbero perdere il posto ed essere costretti a ripartire. E poi c’è la Cina, dove 20 milioni di migranti interni che erano andati dalle campagne in città, ora che qualche ciminiera si spegne anche a Shanghai stanno tornando ai villaggi in cui erano nati. Negli ultimi dieci anni dal Messico erano andati in Nord America un milione di lavoratori all’anno, ma nel 2009 le proiezioni indicano che il numero di migranti tentati di attraversare il Rio Grande scenderà del 39 per cento.
In Italia i sindacati segnalano la stessa tendenza: la provincia di Vicenza per esempio ha visto salire a oltre 4mila il numero degli stranieri iscritti nelle liste di disoccupazione e il primo passo per un immigrato rimasto senza lavoro è di rispedire la famiglia in patria. Così quello che era stato chiamato l’idraulico polacco, anche se magari era un senegalese impiegato nella concia delle pelli in una fabbrica vicentina, potrebbe diventare una categoria in via di estinzione, costretto a tornare a casa per mancanza di lavoro, decimato dalla depressione globale.
Forse saranno soddisfatti i francesi benpensanti e sciovinisti che ne avevano fatto il tema centrale del referendum con il quale nel 2005 bocciarono la Costituzione europea fondata sull’allargamento: il plombier polonais li spaventava. Varcata la Manica, il tema era stato tradotto in polish plumber e aveva continuato ad animare il dibattito in Gran Bretagna. Con l’apertura del mercato del lavoro ai nuovi europei dell’Est, il governo laburista aveva immaginato di ricevere non più di 15 mila immigrati orientali ogni anno; invece i soli polacchi sono accorsi a un ritmo di 190 mila l’anno a partire dal 2004, trovando posto soprattutto nell’edilizia.
Hanno cominciato a nascere supermercati con prodotti della gastronomia di Varsavia e nella provincia inglese sono comparsi cartelli stradali in polacco. Qualcuno si è scandalizzato, ai giornali sono arrivate lettere come: « Sir, vorrei sapere per quale motivo il mio pub ora serve soprattutto birra polacca... non mi va giù, questi immigrati dovrebbero abituarsi alle nostre abitudini, non noi alle loro». Stephen Boyle, economista della Royal Bank of Scotland, nel 2007 scrisse un bel rapporto dal titolo «Gli idraulici polacchi, quelli che riparano le tubature dei vostri bagni e tengono bassi i vostri mutui». La loro irruzione sul mercato del lavoro, per posti che i britannici non volevano, secondo le statistiche del Tesoro aggiungeva ogni anno un mezzo punto percentuale al Pil britannico.
Gli immigrati lavoravano in media quattro ore in più a settimana rispetto agli inglesi e in complesso erano contribuenti netti per la previdenza pubblica (pensioni, disoccupazione, sanità). Il vantaggio per i sudditi britannici in termini di ricchezza nazionale era valutato dal governo laburista in 30 sterline a testa l’anno; un rapporto dei conservatori, accettato dalla Camera dei Lord, aveva polemicamente replicato che si trattava solo di una manciata di pence al mese «sufficienti a comprarsi una barretta di cioccolato ogni trenta giorni». Comunque un guadagno, però.
Ma ora c’è la depressione, è stata investita anche la Royal Bank of Scotland che aveva commissionato quell’inno al polish plumber. E l’ufficio statistiche di Londra segnala che almeno la metà del milione circa di lavoratori arrivati dall’Est europeo è tornata a casa.
In alto il manifesto con il quale la Polonia rispose ai timori francesi sull’invasione dei fantomatici idraulici polacchi nel 2005. Il controesodo è cominciato anche per loro
Non ci credo nel controesodo, almeno, non credo che sia cosi' massiccio in Europa.
Forse tra USA e Messico si, perche' Messico e' un paese in crescita.
Ma lo squilibrio tra Francia e Senegal, per esempio, e' ancora notevole.
Cosi' com'e' notevole lo squilibrio tra 5 zloty all'ora per manovalanza a nero,
e avere piu' soldi, facciamo 9 euro all'ora, assicurazione, polizza infortuni e tutto pagato in Olanda. Per lo stesso lavoro. Ammesso che in Olanda non chiudano tutti i cantieri.
Non credo che i soldi investiti in un piano pluriennale scompaiano per sempre nel nulla. Non puo' finire cosi', non ci credo.
Nella seconda metà dell'anno 2008 ho rilevato il rientro di diversi polacchi dall'estero, lavoratori nel settore edile. Alcuni collaboratori stessi della nostra ditta polacca sono polacchi rientrati dall'estero. Lo zloty era molto forte ed in Polonia vi era possibilità di lavoro a buone condizioni.
Inversione di tendenza nel primo trimestre 2009. Zloty debole, calo di impiego nel settore edile. I polacchi non tornano. Anzi, qualcuno rientrato riparte per il luogo da cui era venuto.
Per quanto riguarda l'olanda, non trovate che sia fuori mercato? cioe' tutti parlano bene, sembra quasi non toccata dalla crisi, ma non ci credo.
Per esempio programmatori/ingegneri: li sono pagati 2500 euro minimo al mese, e non ditemi che in polonia non sanno fare quelle cose... pero' in polonia prendono magari 600 euro al mese e tirano la cinghia. Io non sopporto sta cosa.
Non e' possibile che sti stronzi olandesi facciano la vita bella. Sviluppiamo un software in olanda, ci costa un treno di euro, lo possiamo fare in polonia, e ci costerebbe un terzo. Adesso ditemi come e' possibile tutto cio'.
In Polonia ci sono tante infrastrutture da fare, perché cavolo non decolla il settore, stava andando bene pre crisi... adesso? Volete fare ste autostrade o no? C'e' EURO 2012 che arriva, l'ucraina c'ha le pezze al culo... ma per favore.. pfff
Hai ragione, la crisi c'e' in Olanda, eccome: i miei amici che abitano li' adesso hanno difficolta'. Chi cerca un nuovo lavoro non lo trova, chi mantiene il lavoro non ha piu' il bonus...
Tuttavia li' in Olanda (dove tutti pagano una montagna di tasse) hanno mobilita', cassa integrazione, sussidio, agevolazioni sulla casa... Non rimarranno con il culo per terra! Come in Italia, per esempio.
In Polonia devono continuare quello sviluppo infrastrutturale che dici anche tu, mi sembra che il governo polacco sia sulla buona strada.
Ma perche' a Cracovia non fanno la metropolitana??
Perchè scrivete?Nessuno è interessato.Ballo finito."Hurraaaa"!!!!Baci.
>>In Polonia devono continuare quello sviluppo infrastrutturale che dici anche tu, mi sembra che il governo polacco sia sulla buona strada.
in italia infatti non c'e' cassa integrazione, mobilita', ecc..
Informarsi prima di parlare prego...
Solo perché ci sono precari col culo per terra non vuol dire che in italia si lasci la gente col culo per terra. Anzi, l'italia e' un paese ASSISTENZIALISTA, altro che culo per terra.
Il culo per terra e' in paesi stile USA (uk, irlanda, spagna), dove pero' un lavoro nuovo lo trovi subito.
Lo trovavi... ahhaha
>Informarsi prima di parlare prego...
> Solo perché ci sono precari col culo per terra
Appunto.
In Olanda anche se hai il contratto a tempo determinato hai tutte le garanzie, prendi la disoccupazione, la liquidazione e quant'altro. Quando l'azienda ti licenzia, sei/eri fortunato! Perche' la disoccupazione ti copre il 70% del salario bruto. e un nuovo lavoro lo trovi/trovavi subito.

In Italia essere precario riguarda piu' della meta' dei giovani tra i 20 e i 35 anni: quando perdi il lavoro non ti danno NIENTE.
Poi si puo' parlare di cassa integrazione e mobilita': ma a chi?
Ci mancherebbe se non dessero queste garanzie nemmeno a quelli che hanno il contratto indeterminato. Altro che assistenzialismo! I dipendenti pagano le tasse sempre (gli unici che pagano le tasse) per se stessi e per gli altri, per il passato (i debiti statali), il presente e il futuro (se avranno mai la pensione). Non mi sembra assistenzialismo, perche' lo stato come entrate/uscite non ci perde niente coi miserabili; solamente non ci guadagna, tutt'al piu'.
guarda che anche i non dipendenti pagano le tasse...anzi ti dirò di più si pagano le tasse anche se non si guadaggna un cazzo!!! Non fatturo nulla ho versamenti minimi da fare al'inps , alle casse di categoria ecc ecc!! Non mi pagano?? allo stato non frega un cazzo la sua bella IVA la vuole e guai a non onorarla ti tocca scapppare all'avana....tutte le figure professionali pagano le tasse....in italia abbiamo un controllo fiscale da KGB...il problema sono certe categorie (i così detti artigiani che lavorano per lo più con i privati)che prendono soldi dal privato e qust'ultimo pur di non pagare l'IVA rinuncia alla fattura!! Quindi il primo evasore è il popolo (chi di noi almeno una volta nella vita ha rinunciato alla fattura?? chi è senza peccato getti la prima pietra) Evitare la evasione come si potrebbe fare..semplice basterebbe lasciare la possibilità al semplice cittadino privato NON TITOLARE DI PARTITA IVA poter presentare tutti gli scontrini di ogni tipo di acquisto nella dichiarazione dei redditi a storno delle proprie tasse e allora si vedrebbe:
1) Una incremento vero dei consumi e quindi ripartirebbe il volano pesante dell'economia
2)Per il cittadino non avrebbe senso fare non richoedere fattura e quindi sparirebbe quella cultura del "famo in nero"
3) non è verò che sarebbero minori l'entrate causa "storni" perchè aumenterebbe sensibilmente il gettito IVA
ALLE PROSSIME MI CANDIDO VOTATE TRIK E TRAK
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