ma voi sentite la crisi??

Temat przeniesiony do archwium.
Scusate...ma in queste settimane se ne sentono di tutti i colori...pil negativi..disoccupati in aumento...boh..a parte il mio caso (libero professionista forse anche troppo libero...)e di alcuni miei colleghi...ma voi altri imprenditori..voi altri stipendiati fissi sentite la crisi?? cioè cosa sentite?? due domenica fa..gitarella sul lago..un mecello di gente..code impossibili...bmw x5 bmw x3 porsche cayenne...ristoranti full..un sacco di nanni in giro..ma insomma dove era quel giorno la crisi a riposarsi?? insomma da lunedì al venerdi (per me anche sabato) siamo tutti in crisi e poi la domenica la crisi va a farsi benedire??. Mio cugino va a prenotare per la Sardegna il traghetto e ha trovato il tutto esaurito!! ma come la crisi non va in sardegna?? Una impresa di costruzioni a cui faccio consulenze (non pagate per ora) ha dovuto bestemmiare per farsi arrivare il foratame...in quanto gli ordini del fornitore sono a pieno regime..insomma ci sono alcuni aspetti della mia vita privata e professionale che mi fanno pensare ma questa crisi esiste oppure è un fatto mediatico ad arte perchè qualcuno (multinazionali) tra qualche anno possa fare affari ancora migliori??
Ciao, questa e crisi "virtuale" in 90% . Lavoro in settore di logistica e transporto e ultimi 2 mesi....non si sente nessuna crisi si guadagna come durante un "boom" economico. Cosi detta "crisi" in 90% e solo la scusa per fare licianziamenti, per togliere costi che prima non potevano perche...perche adesso si puo perche ce la "crisi". Lavoro in Polonia..ma in Italia c'era crisi da anni..ma che fortunato Berlusconi adesso puo dire che tutto colpa della crisi. Altro mio collegha ha una azienda che vende macchine (nuove) e ci sono code per comprare per 3 mesi in anticipo allora dove sta crisi??
Anch'io credo cosi? E sapete una cosa? Credo che non e' l'unica cosa gonfiata che serve per nutrirci. Guardate un po: se le risorse del petrolio grezzo sono quasi finite, perche le grandi case automobilistiche nelle loro strategie non metto la cosa in considerazione? Certo, ce ne sono delle macchine ibridi, ma se io fossi al posto di grandi capi(che sicuramente hanno delle informazioni precise), farei di tutto di adattarmi ai tempi futuri.
Io non sono d'accordo con voi.
La crisi è realissima e la vedo con gli occhi, la tocco con le dita e la rilevo nei conti.
Vi fornisco il mio contributo concreto per testimoniarvi la crisi.
Premetto che sono di Rimini, città romagnola benestantissima e caratterizzata da potente immigrazione nell'ultimo decennio. Io, da riminese, non ho MAI conosciuto un disoccupato. Certo, dati Istat a qualche % di disoccupazione, in verità gli unici "non lavoratori" a Rimini che ho conosciuto erano alcuni figli di papà albergatori, oppure persone che lavoravano in nero in settore turistico ufficialmente nullatenenti realmente guadagnanti 4 volte gli altri.

Cos'è la crisi: la crisi è vedere nel giro di pochi mesi i seguenti cambiamenti, attorno a me, persone e cose reali:
1. mio cognato licenziato fermo a casa, azienda produttrice di macchine per marmo chiusa. 24 licenziati.
2. mia zia licenziata da azienda italo-tedesca di Rimini che ha dimezzato personale.
3. mia cugina licenziata.
4. impresa edile di cui sono consulente licenziato metà personale
5. calo di progetti architettonici e strutturali per me e colleghi (architetti e ing) di un -80%
6. inadempienze diffuse
7. agenzia immobiliare con cui collaboro: una transazione in 4 mesi
8. negozi in centro vuoti

Cari amici: vi garantisco che questa è crisi. Si chiama così. Non sono chiacchiere o fantasia. E' gente attorno a me con povertà incipiente. La vedo. E riguarda anche me.

Poi è vero che i ristoranti lavorano e le crociere le fanno: ma questo, secondo me, non è un buon misuratore. Il ristorante dei miei non ha subito cali: non perchè non c'è crisi ma perchè la gente prima di rinunciare a una cena rinuncia ad altre cose (una cena è la meno).

In Polonia?! Non da meno. Forse un po' meglio. Nel senso che già un paese ricchissimo di per sè già non lo era. E i contrasti si vedono meno.
Nel mio caso la nostra impresa ha visto un forte calo di lavori. Forse per motivo dell'inverno?! Forse. O forse no. Sono qui per scoprirlo. Intanto abbiamo ridimensionato personale. Prezzi lavori edili quasi dimezzati rispetto 6 mesi fa. Prezzi materiali abbassati. Calo vendite appartamenti e calo prezzi appartamenti. Cellulare fuso di gente che cerca lavoro. Pulman di operai la mattina che vengono a lavorare a Gdynia dall'entroterra per 5 - 6 zl/godz.
Secondo me anche questa è crisi. E' crisi (odio questa parola).
In Italia i salari più bassi
La crisi reale in busta paga
L'Italia fa parte del club dei Grandi, il G8, ma come retribuzioni resta un Paese non sviluppato. Il Rapporto dell'Ocse 2008 pone, infatti, l'Italia agli ultimi posti per i salari. Media: 16mila euro all'anno. Stanno meglio i lavoratori di Grecia e Spagna.

La busta paga degli italiani è tra le più leggere tra quelle non solo dei grandi Paesi industrializzati ma anche nell'eterogeneo mondo dei Paesi Ocse. Sui 30 Paesi che fanno riferimento all'organizzazione di Parigi, l'Italia, con un salario medio annuo netto di 21.374 dollari si colloca al 23º posto. Davanti, in termini di salari, ci sono non solo Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti, Germania, Francia ma tutti i Paesi europei, fatta eccezione del Portogallo e dei Paesi dell'allargamento.

Mediamente dunque il salario medio di un italiano non arriva a 16.000 euro l'anno, poco più di 1.300 euro al mese. I dati sono contenuti nel Rapporto dell'Ocse sulla tassazione dei salari, aggiornato al 2008 e appena pubblicato dalla stessa organizzazione di Parigi. L'Italia non'schioda' dalla coda della classifica dei salari: anche lo scorso anno era infatti al ventitreesimo posto, considerati gli stessi parametri di confronto. Gli italiani nel 2008 hanno guadagnato mediamente il 17% in meno della media Ocse.

Salari penalizzati anche se il raffronto viene fatto con la Ue a 15 (27.793 di media) e con la Ue a 19 (24.552). I dati si riferiscono al salario netto medio di un lavoratore single senza carichi di famiglia. E' espresso in dollari e a parità di potere d'acquisto, includendo cioè la dinamica dei prezzi interna a ciascun Paese. L'Italia riesce a scalare una posizione, e collocarsi dunque al 22/o posto se si considera il salario al lordo.

A pesare negativamente sulle buste paga degli italiani è anche il cuneo fiscale, che calcola la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto effettivamente finisce in tasca al lavoratore. Il peso di tasse e contributi, sempre per un lavoratore dal salario medio, single senza carichi di famiglia, è del 46,5%. In questa classifica l'Italia risulta infatti al sesto posto tra i trenta paesi Ocse.


Più leggero è il drenaggio di imposte e versamenti contributivi se si esamina il caso di un lavoratore, sempre con un salario medio ma sposato e con due figli a carico. In questo caso il cuneo e al 36% e l'Italia scivola qualche posizione sotto collocandosi all'undicesimo posto nell'Ocse (partendo sempre dai Paesi dove massimo è il peso fiscale sulle buste paga). La crisi economica tocca tutti ma gli italiani sembrano già partire in svantaggio con una differenza salariale rispetto ai lavoratori di altri Paesi.

Tornando alla classifica sui salari, infatti, facendo un po' di conti, un italiano in un anno guadagna mediamente il 44% in meno di un inglese, il 32% in meno di un irlandese, il 28% in meno di un tedesco, il 18% in meno di un francese. Solo sette i Paesi con salari inferiori: Portogallo, Repubblica Ceca, Turchia, Polonia, Repubblica Slovacca, Ungheria e Messico, fanalino di coda e unico Paese nell'Ocse, quello americano, dove il salario netto annuale non arriva neanche e a 10.000 dollari l'anno. Per il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini «i dati non sorprendono e serve una riforma fiscale».

Sulla stessa linea d'onda l'associazione dei consumatori Codacons: «sui salari degli italiani pesa il caro-vita e per questo è necessaria «una detassazione degli stipendi». Per il responsabile economico del Pd Cesare Damiano «i dati Ocse testimoniano che le retribuzioni nette dei lavoratori italiani sono ben al disotto della media dei 30 paesi più industrializzati. Questo dimostra quanto sarebbe necessario un intervento del governo, con risorse fresche e aggiuntive per potenziare il potere d'acquisto delle retribuzione e delle pensioni». Se Paolo Ferrero del Prc parla di «dati scioccanti», Daniele Capezzone del Pdl rileva: «Il governo Berlusconi sta facendo i conti con una fase delicata a livello internazionale, e, ciononostante, non ha messo le mani nelle tasche degli italiani».

LA CLASSIFICA
Il salario medio di un italiano è uno dei più bassi nei trenta Paesi dell'Ocse. Ecco in una tabella la classifica degli stipendi nell'Ocse nel 2008. Si tratta del salario medio netto annuale di un lavoratore single senza carichi di famiglia. (I valori sono espressi in dollari e sono calcolati a parità di potere d'acquisto).
1) Corea 39.931; 2) Regno Unito 38.147;
3) Svizzera 36.063; 4) Lussemburgo 36.035;
5) Giappone 34.445; 6) Norvegia 33.413;
7) Australia 31.726; 8) Irlanda 31.337;
9) Paesi Bassi 30.796; 10) Stati Uniti 30.774;
11) Germania 29.570; 12) Austria 28.996;
13) Svezia 27.581; 14) Canada 26.994;
15) Grecia 26.512; 16) Belgio 26.311;
17) Francia 26.010; 18) Finlandia 25.911;
19) Islanda 25.134; 20) Spagna 24.632;
21) Danimarca 24.531; 22) Nuova Zelanda 23.650;
23) ITALIA 21.374; 24) Portogallo 19.150;
25) Repubblica Ceca 14.540; 26) Turchia 13.849;
27) Polonia 13.010; 28) Rep. Slovacca 11.716;
29) Ungheria 10.332; 30) Messico 9.716.
OCSE 25.739 dollari. UE-15 27.793 dollari. UE-19 24.552 dollari
Fonte: Ocse
Rapporto sul prelievo fiscale sui salari 2[tel]

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