Io cerco di interpretare positivamente la mia diversita'.
La mia diversita' e' la mia forza. Nasce sempre qualcosa di nuovo dal confronto.
Ho abitato in altri paesi europei, molto piu' aperti della Polonia, con leggi che mi proteggevano di piu' come consumatrice, come contribuente e come lavoratrice. Tuttavia come integrazione culturale, stranamente, mi trovo meglio in Polonia. Sento i giovani polacchi molto piu' "giovani" rispetto al resto d'Europa. Vedo speranza, dinamicita', sogni. Cose che nella "vecchia" Europa sono messe da parte.
"Discriminazioni" e' una parola forte. Eug ha parlato bene: vediamo che succedera' con musulmani, cinesi, africani... la vedo brutta!
Come italiana, non ho subito particolari chiusure. Mi posso iscrivere all'universita' senza discriminazione alcuna, con gli stessi diritti degli studenti polacchi. Pero' e' anti-UE il fatto che non possa poi partecipare a un concorso pubblico. Si, questa in particolare e' una discriminazione.