Non reggo, ragazzi, scusate. Mi è partita una risata che ha sentito tutto l'ufficio, eppure dovrei essere ormai abituata a certe cose. Al fatto che un trentacinquenne in Italia sia un "ragazzo", non un "uomo" (sembra che definirsi "uomini" o "donne" sia una cosa proibita, una vergogna e non so che altro), per esempio. Ma evidentemente mi ci vuole ancora un po' di tempo, abbiate pazienza.;)
Un articolo su La Repubblica di oggi. Un argomento interessante, di attualità: una donna fa causa a un'azienda sanitaria perché a seguito di un rifiuto da parte dei medici di prescriverle la pillola del giorno dopo ha dovuto far fronte a una maternità non voluta ecc. ecc. Cosa mi ha fatto ridere? Queste due frasi:
"Quando la giovane si accorge della lacerazione del profilattico, inizia una sorta di pellegrinaggio tra strutture sanitarie e ambulatori medici, per chiedere la pillola del giorno dopo ed interrompere così quella gravidanza non programmata."
"La giovane mamma spera almeno nel sostegno economico e morale del padre del bimbo, ma l’uomo non vuole riconoscerlo."
Quanti anni ma la "giovane"? 37!! Trentasette, ragazzi! E viene definita "la giovane mamma"?? Scusate, non è per niente, ma una donna che fa un figlio a quasi 40 anni si può definire tutt'altro che "giovane mamma"...