Per chi vuole lasciare l'Italia

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Dopo tanti travagli finalmente è disponibile "Goodbye Mamma", idee, suggerimenti, esperienze di chi ha deciso di lasciare l'Italia. Qui sotto, il link della nostra recensione. Se vi interessa, leggetelo; se non vi interessa, fate copia/incolla a qualche amico/a che può essere interessato. Condividere è come l'aria: non costa niente :)

http://quipoloniaeitalia.wordpress.com/2012/12/13/goodbye-mamma-per-uscire-dallitalia/
Questione di carattere... Uno puó anche lasciare la propria patria ma... Ho lasciato la Polonia per un periodo superiore ai 17 anni, sono tornata 2 anni fà. Nonostante tante persone le quali in Italia mi hanno voluto e continuano a volermi bene, ho scelto di tornare in Polonia. E solo adesso sento di essere felice :) Chiamatemi patriota.. si, ma non si tratta solo di questo. Scappare non significa risolvere i propri problemi ...
E' vero Klaudia, ma mi sentirei di aggiungere una parola alla tua ultima frase: "scappare non significa risolvere AUTOMATICAMENTE i propri problemi".
E' chiaro che spesso si sente la mancanza della propria terra, ma a mio avviso, se la tua terra non ti offre delle possibilità, andare via diventa necessario. Purtroppo per vivere non basta ammirare ed apprezzare casa propria, ma è necessario guadagnare dei soldi...

Sarebbe interessante parlare di questo tra tutti noi esprimendo la propria opinione: è meglio rimanere nella terra che amiamo e fare il cameriere o andare da un'altra parte (che pur non ci fa schifo) e essere in una buona azienda come impiegato, ricercatore, etc..?
Non volglio convincere nessuno nè a restare nè a pratire... ma volevo solo dire che è una decisione che va rivalutata e presa con calma.
Andare in un paese dove si conosce qu o cmq dove si ha già qualche possibilità di trovare un lavoro (o avendo qu che ci ha raccomandati o magari avendo già contattato qualche azienda) è diverso da partire su due piedi.
Due giorni fa ho letto un articolo che parlava di un ragazzo che voleva vendere la sua laura in scienze politiche per inutilizzo. Per alcune persone che hanno commenatato sotto, l'unica soluzione al suo problema era emigrare. Ma le persone laureate in scienze politiche, filosofia, storia ecc. che lavoro pensano di fare all'estero?! Ovviamento la mia intenzione non è di offendere le persone laureate in scienze umanistiche! Ma l'estero va guardato con un po' di buon senso e tanto tanto realismo. Anche all'estero (intendo partendo senza avere uno sponsor) senza nessuna esperienza lavorativa e/o senza una perfetta conoscenza della lingua bisogna aspettarsi di dover fare alcuni anni di gavetta (stage o lavori più umili). Non è tutto così rose e fiori solo perché è estero.

Intanto volevo consigliarvi di guardare il trailer di un film bellissimo che si chiama "Italy: love it or leave it"
http://www.italyloveitorleave.it/
"bisogna aspettarsi di dover fare alcuni anni di gavetta (stage o lavori più umili)" dice Paola81
è vero
senza esperienza lavorativa e senza requisiti particolari, andare all'estero non risolve la carriera lavorativa, anzi può essere deludente e frustrante
Nella politica del progetto (come d'altronde per mio parere personale) non si è mai incoraggiato nessuno a partire di punto in bianco, senza nessuna idea e senza aver pianificato almeno un paio di percorsi che si possono tentare. Anzi: è come fare il tiro al bersaglio con gli occhi bendati. Tanto che non a caso il sottopancia del progetto dice, tra l'altro,

idee, suggerimenti, esperienze di chi ha deciso di lasciare l'Italia

Internet permette per fortuna di fare delle buone ricerche e informarsi bene. E chiaramente qualche conoscenza sarebbe un plus (ma non è necessario). E poi è sottinteso che il tutto deve essere fatto in base al punto da cui si parte (esperienza, titolo di studio etc). Come detto prima, il punto-chiave è CONOSCERE, informarsi...
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