Gdzie najlepiej żyje się we Włoszech?

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Najlepiej we Włoszech żyje się w Trydencie na północy kraju. Takie są wyniki dorocznego sondażu dziennika przemysłowców "Il Sole-24 Ore" na temat jakości życia w 103 prowincjach Półwyspu Apenińskiego.
Po raz kolejny sondaż pokazuje, że półwysep wyraźnie podzielony jest na dwie części. Na północy, żyje się bezpiecznie i dostatnio, ludzie są pracowici, ale nie stronią od rozrywki. Zapóźnione i zaniedbane południe może pocieszyć się klimatem oraz pięknem przyrody i architektury.
Tym razem palma pierwszeństwa przypadła Trydentowi (w ubiegłym roku na pierwszym miejscu była Siena). Zaraz za nim uplasowały się Bolzano i Aosta. Wszystkie te trzy prowincje posiadają autonomię w dziedzinie zarządzania.
Na przeciwnym biegunie, znalazł się Agrygent na Sycylii. W Trydencie dochód na głowę mieszkańca wynosi 25 tysięcy euro, w Agrygencie dokładnie o połowę mniej. Zupełnie nieźle wypadł Rzym plasując się na ósmej pozycji, głównie dzięki zdolności przyciągania obcych kapitałów i bogatej ofercie kulturalnej.

Z sondażu wynika, że większość Włochów chciałaby mieszkać we Florencji, która jest dopiero jedenasta, a mieszkańcy Imperii w Ligurii nie zamieniliby się z nikim, mimo że ich prowincja zajęła dopiero 51. miejsce.
Rodacy szukajcie pracy na polnocy.Juz wiecie co to jest polnoc.Trydent.Trydent.Zapamietajcie.Najwyzszy dochod na glowe w Itali.Zapomnijcie o Lombardi.
TRENTO. È Trento la città più vivibile d'Italia secondo il dossier del Sole 24 Ore. I segreti del benessere sono racchiusi in una parola: autonomia. Le imprese trentine sono più agevolate, le famiglie possono spendere di più e godono di servizi migliori rispetto al resto del Paese. La disoccupazione è quasi inesistente, la criminalità non fa paura. Sarà anche per questo che l'appeal di Trento è in costante crescita: dopo Parigi, Firenze, Londra, Roma, Barcellona e Milano gli italiani sognano di vivere all'ombra del Bondone.

La scalata verso la vetta è stata lunga e non priva di difficoltà. Nel 1999 e nel 2000 Trento era addirittura fuori dalla Top Ten della ricerca curata dal Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle città italiane. Nel 2001, quando vinse Bolzano, si era piazzata all'ottavo posto, per schizzare al terzo l'anno successivo. Nel 2003 ancora fuori dai primi posti della graduatoria, nel 2004 un'altra medaglia di bronzo, poi ancora ottava e quarta, fino al primo posto del 2007.

I segreti del successo. Il successo poggia le fondamenta su una ricchezza più unica che rara in questo particolare momento storico. Il tenore di vita dei trentini è tra i migliori d'Italia: la ricchezza prodotta ammonta a 24.887 euro (valore aggiunto per abitante in euro) ed ogni trentino, in media, ha in banca 14.855 euro (contro i quasi 28.000 dei milanesi). L'imposta sugli immobili è tra le più basse d'Italia, le imprese godono di finanziamenti che nelle altre zone d'Italia restano un miraggio. I tassi d'interesse sui prestiti sono, infatti, i più bassi d'Italia. Il circolo vizioso è servito: le imprese investono, nascono nuove attività, la disoccupazione è praticamente fisiologica, i giovani trovano lavoro, le famiglie spendono. Secondo il Sole 24 Ore il segreto di questo benessere è strettamente legato ad una sola parola: autonomia. Questa parola fa in modo che i nove decimi dei tributi versati o prodotti sul territorio restino nei confini. E si parla di parecchi soldi che danno vita a programmi di sviluppo, fanno funzionare ospedali e scuole, permettono di applicare sconti sulle rette degli asili nido e delle case di riposo.


Il commento del sociologo. Ma sono solo i soldi dell'autonomia a fare di Trento la città con la qualità della vita migliore? Non la pensa così Mario Diani, sociologo e preside della facoltà di Sociologia dell'Università di Trento. «Non mi sembra che le altre regioni italiane che godono dell'autonomia eccellano come il Trentino, di conseguenza non credo che questo risultato sia riconducibile solamente a questo fattore. La caratteristica di fondo è la qualità della spesa e direi che nella nostra zona la qualità dei servizi è molto buona». Il ragionamento non fa una piega: conta avere soldi, ma conta ancora di più spenderli bene. Ed è forse questo il "valore aggiunto" del Trentino. Ma secondo Diani il punto di forza è un altro. «L'aspetto più importante credo sia la forte densità del tessuto sociale che crea un meccanismo di coesione sociale determinante per far funzionare la comunità». Il punto di forza può trasformarsi però in una debolezza. «Il rischio - spiega il sociologo - è che la forte densità dei legami crei una sorta di autoreferenzialità che non ci pemette di guardare oltre i confini provinciali». Il pericolo, insomma, è quello di specchiarsi e compiacersi di questa situazione, che ci vede primeggiare anche per la velocità della giustizia (secondi solo a Torino). Anche la criminalità non fa paura ai trentini: saliamo sul podio tra le città con il minor numero di appartamenti svaligiati e ci piazziamo quinti nella speciale classifica che fa riferimento ai furti d'auto. Come aveva indicato la statistica Istat, conquistiamo la medaglia d'oro per la sportività, forse anche grazie ai molti centri presenti sul territorio provinciale. Ci difendiamo bene anche per il numero di libri acquistati, a dimostrazione che siamo un popolo di lettori.

Non tutto, però, è roseo. Gli aspetti negativi sono legati soprattutto ai servizi. L'"emigrazione ospedaliera", che l'Azienda sanitaria sta combattendo da anni, ci fa sprofondare al 92º posto sotto la voce "sanità". Male anche per le infrastrutture (91esimi) e per l'indice di natalità. Inoltre, siamo tra le ultime città per il numero di cinema: appena uno ogni 100 abitanti.

Nonostante questi aspetti critici, il capoluogo trentino può guardare tutti dall'alto in basso. E per l'ennesima volta il dossier del Sole premia una città di dimensioni ridotte, privilegiando i centri a misura d'uomo. In ogni caso, le metropoli sembrano dominare i sogni degli italiani. Alla domanda "qual è la tua città ideale?", la stragrande maggioranza risponde Parigi, poi Firenze, Londra, Roma, Barcellona e Milano. Poi, nei sogni degli italiani arriva Trento, prima delle "piccole", che batte mostri sacri come Madrid, Vienna, New York e Berlino. Un'altra bella soddisfazione.
??? Naprawdę Siena była na pierwszym miejscu? Przecież Siena to brud, smród, ubóstwo i rasizm
Famiglie trentine
buste paga da 3000 euro
TRENTO. Le famiglie trentine sono quelle che hanno meno difficoltà a tirare avanti. Lo ha stabilito l'indagine annuale dell'Istat sul reddito e le condizioni di vita. Il reddito medio di una famiglia trentina nel 2005 era di 35.941 euro all'anno, ovvero 2.995 euro al mese. La media nazionale era di 2.759 euro al mese. Quasi raggiunto l'Alto Adige, dove il reddito complessivo è più alto, ma viene eroso in misura maggiore dalla spesa per la casa. Nel ricco Trentino, comunque, rimane un 3,1 per cento delle famiglie che non ha avuto, almeno una volta, i soldi per comprare da mangiare.

Dalla selva di dati, cifre, statistiche e grafici dell'ultima indagine dell'Istat emerge l'ennesimo risultato gratificante per il Trentino, ma non mancano le ombre, sia pur piccole. Ci sono due tipi di reddito, quello complessivo e quello che esclude la spesa per la casa.

In Trentino il reddito familiare complessivo è di 2 mila e 995 euro al mese. Togliendo l'affitto, il reddito scende a 2.532 euro al mese. In Alto Adige le entrate complessive arrivano a 3.214 euro al mese, ma poi scendono a 2.667 euro, se si toglie la spesa per l'affitto. Il reddito medio nazionale complessivo è di 33 mila e 111 euro, escludendo l'affitto, si scende a 27.736 euro, ovvero 2.311 euro al mese.

Questi sono i dati medi. La stessa Istat, però, avverte che la media, in materia di redditi, può essere ingannevole, dal momento che il reddito delle famiglie molto ricche non rende fedele il dato. E' meglio affidarsi al reddito che si situa nella mediana delle famiglie. In altri termini è il reddito che fa esattamente da spartiacque, con il 50 per cento delle famiglie che guadagna di meno e l'altro 50 per cento che incamera di più. In Trentino, questa sottile linea rossa, prendendo in prestito il titolo del famoso film di Terrence Malick, si trova a quota 32.626 euro, in Alto Adige poco sopra, a 32.929 euro. Escludendo la spesa per l'affitto, sia reale che teorico, si scende a 27.068 a Trento e 27.082 a Bolzano. Una regione ricca come la Lombardia ha la linea mediana a 25.840 euro.


Questo dimostra come, ormai, tra le due province non ci sia più alcuna differenza in termini di ricchezza, dal momento che lo scarto che ancora esiste è assorbito, quasi per intero, dalla spesa per l'abitazione che in Alto Adige è più alta che in Trentino.

Tra le due province differenze vi sono, invece, nei numeri delle famiglie in difficoltà. I dati dell'Istat vanno tutti a vantaggio del Trentino. Sono stati fissati otto indicatori che segnalano lo stato di difficoltà economica di una famiglia. Quasi sempre il Trentino nel 2006 fa segnare risultati migliori rispetto al 2005. Solo il 3,4 per cento dei nuclei familiari trentini ha risposto ai rilevatori dell'Istat che fatica ad arrivare alla fine del mese. In Alto Adige si sale subito al 5 per cento, in Lombardia al 9,4 per cento, mentre la media nazionale è addirittura del 14,6 per cento. Che molte famiglie vivano comunque al limite delle loro possibilità lo dimostra il fatto che il 17 per cento dice di non poter sostenere spese impreviste, la media nazionale è del 28,4, in Alto Adige siamo al 18,1 per cento. Continuando su questa strada, si vede che solo l'1,7 per cento delle famiglie è stata almeno una volta, nel corso del 2006, in ritardo con le bollette. Altro indicatore molto pratico è quello di chi non riesce a scaldare in modo adeguato la propria casa. In Trentino è il 3 per cento delle famiglie.

Bassa la fascia del disagio anche per quanto riguarda gli ultimi quattro indicatori, anche se viene registrato un aumento delle famiglie che hanno dichiarato di non aver avuto almeno una volta i soldi per mangiare. Nel 2005 erano il 2,4 per cento, nel 2006 sono salite al 3,1 per cento. Nello stesso anno, solo il 2,8 per cento delle famiglie ha detto di non aver avuto soldi per le medicine. Infine l'abbigliamento, il 5,8 per cento delle famiglie sostiene che, nel 2006, non ha avuto, almeno una volta, i soldi per comprare vestiti necessari.
(
Quante donne hai avuto? - Mah... una trentina... - Così tante?!? - No... era di Trento!
wspaniale zyje sie we florencji, ale jezeli znajdzie sie prace, bo bez tego ani rusz...pracowala tam w restauracji TWIGA w marina di pietrasanata u samego flavio przez pol roku, ale mielismy zagwarantowane noclegi i zywienie, takze kaska szla na same przyjemnosci :-)
Według światowej rankingu amerykańskiego czasopisma "International living" słynące z określenia "bel paese", czyli piękny kraj, Włochy zrekompensowały sobie wiele swoich niedostatków wspaniałymi zabytkami, zróżnicowaną i piękną przyrodą, wyśmienitą włoską kuchnią i świetnie funkcjonującą publiczną służbą zdrowia .Wlochy 10 miejsce ,Polska 35 miejsce. calosc: http://polonia.wp.pl/title,Zobacz-gdzie-zyje-sie-najlepiej,wid,11868206,wiadomosc.html
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