To tak na marginesie;
L’articolo, invece, come suggerisce Serianni (Italiano, Milano, Garzanti, 2000), si esprime normalmente con le varianti affettive dei singenionimi, ad esempio con babbo, papà, mamma, figliolo, figliola, nonna, nonno; perciò, “la mia mamma”, “il mio papà” oppure “il mio babbo” sono espressioni corrette, usate nella letteratura da autori sia toscani (come Collodi), sia di altre provenienze geografiche (come Verga). Nell'italiano familiare, specie fuori dalla Toscana, sono tuttavia ben saldi i tipi mia mamma e mio papà. Con altri nomi di parentela l’uso toscano predilige l’articolo: sono molto diffusi nel linguaggio popolare "la mi' mamma" "i' mi' marito", ecc., ma altrove è comune l’omissione.
L’articolo è però necessario in alcuni casi:
- con le forme alterate, ad esempio “la mia sorellina”, “il mio nonnino”, ecc. ed anche con le forme patrigno, matrigna, figliastro, figliastra;
- con i termini che indicano rapporti sentimentali ma non ancora di parentela vera e propria, come ad esempio “il mio fidanzato”, “la mia ragazza” e con essi anche tutte le varianti regionali (bello, bella, moroso, morosa, amante, ecc.);
- in frasi con accentuato valore enfatico, nelle quali, normalmente, il possessivo viene posposto: “il figlio mio”, “il nonno mio”;
nei casi in cui il singenionimo è accompaganto da un antroponimo (nome di persona o cognome) l’articolo, frequentemente, viene omesso."