Giornata della memoria

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Giornata della memoria in centomila per le vittime di mafia

Don Ciotti: "Sempre più nella coscienza il cambiamento ha bisogno del 'noi'"

BARI - E' diventata una grande e colorata festa la manifestazione di Bari in memoria delle vittime della mafia. Sono state oltre 100mila secondo gli organizzatori le persone che hanno sfilato per le strade cittadine. Con striscioni, palloncini e volantini migliaia di adulti, ragazzi e bambini si sono radunati al parco Punta Perotti, l'area riqualificata dopo l'abbattimento dell'ecomostro, scelto per la partenza del corteo della XIII Giornata per l'impegno contro la mafia e per la memoria delle vittime innocenti, organizzata da Libera, guidata da don Luigi Ciotti e Avviso Pubblico.

"Quanti siamo non importa. Ciò che importa è che sempre più nella coscienza il cambiamento ha bisogno del 'noi', delle scelte e dell'impegno del nostro sporcarci le mani", ha detto don Ciotti al termine del corteo.

Sugli striscioni le scritte: "Fuori le mafie dalle nostre vite", "Insieme per ricordare e cambiare", "La legalità non si predica, si pratica". Poi l'elencazione delle vittime delle mafie: ottocento nomi scanditi uno per uno dallo speaker con la gente che ascoltava commossa. A sfilare c'erano gonfaloni dei Comuni di numerose città d'Italia: molti quelli dalla Sicilia e tanti quelli dei Comuni del brindisino e del Salento, dove per lungo tempo ha dominato l'organizzazione di tipo mafioso Sacra corona unita. Tra i partecipanti istituzionali, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, e il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.

"Per la prima volta - ha aggiunto il presidente di Libera - 30 paesi europei sono rappresentati. Questa società responsabile si mette in gioco, oggi con noi ci sono centinaia di parenti delle vittime di mafia ma vogliamo ricordare anche le vittime sul lavoro, per il terrorismo e delle altre forme di violenza. Siamo a Bari - ha proseguito don Ciotti - che ha avuto tante vittime di mafia ma anche gli anticorpi per reagire".

"Le mafie furono e sono un'ipoteca drammatica per lo sviluppo del Mezzogiorno, la compromissione della classe dirigente e l'inibizione delle libertà. Noi affidiamo a queste meravigliose generazioni il testimone di una battaglia fondamentale che tiene viva la memoria" ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. "La memoria dei nostri martiri e dei nostri eroi è per noi anche la bussola per orientarci nel presente e nel futuro".

"Ricordare e evitare che cali il silenzio" si legge in un messaggio del ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, inviato agli organizzatori, "sulle migliaia di vittime che la criminalità organizzata ha fatto dai tanti servitori dello Stato ai semplici cittadini, significa rinnovare l'impegno perché la mafia sia sradicata dalla società e perché le ragioni sociali e politiche che ne favoriscono lo sviluppo siano superate e risolte. Allo stesso modo si tratta, come Libera fa da sempre, di battersi per riconquistare alla società intera i beni, a cominciare dalle terra in Puglia come in Sicilia, che i mafiosi hanno sottratto alla collettività".
"Pio La Torre" di Bascietto, Camarca
ed. Aliberti
Grandi e colorate feste contro la mafia, alla mafia stessa non danno nessun fastidio, anzi sono comode ai mafiosi. La energia del protesto diventa canalizata in um modo sicuro per banditi.

Dopo queste feste i partecipanti, citadini comuni e politici tornano alle loro case con il senso di doveri compiuti.

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