Hai paura degli stereotipi? Caro Halion, gli stereotipi sugli italiani li troverai dappertutto, persino in Italia stessa... Basta che sei di un'altra citta', o che incontri una persona che ha avuto brutte esperienze con un tuo compaesano... Ci sono altre cose che dovrebbero eventualmente suscitare ansie o timori (difficolta' a trovare lavoro, per esempio), non l'accoglienza, perche' di quella non puoi sapere niente finche' non ti trovi davanti alle persone con le quali dovrai stare a contatto. Gli stereotipi sugli italiani in Polonia ci sono, eccome, ma non e' detto che avrai a che fare con chi li condivide, giusto?:) Pensa a tutti i luoghi comuni sui polacchi che ci sono in Italia... eppure, per esempio, nell'azienda dove lavoro c'e' solo una persona che ci considera dei morti di fame e ubriaconi (ed e' il mio capo, he he). Tutti gli altri mi vogliono bene o non mi sopportano per quello che sono, non per la mia appartenenza etnica.
E' vero, piu' sto in Italia e piu' non vorrei rimanerci. Sono passati oltre tre anni da quando mi ci sono trasferita (per puro caso... doveva essere solo una vacanza) e so che Roma non e' un posto per me. Il mio fidanzato spesso dice che se vivessimo a Ferrara o a Bologna probabilmente starei meglio, e forse ha ragione, chi lo sa? Intanto viviamo a Roma e per ora non possiamo muoverci, quindi devo aspettare ancora, probabilmente qualche annetto.:(
Che cosa mi da' fastidio? Premesso che probabilmente e' piu' colpa del mio carattere (troppo "tedesco"), quello che mi urta di piu' e' il caos e la mancanza di organizzazione. Mezzi pubblici che, a parte la metropolitana, arrivano quando gli pare oppure non arrivano per niente. Persone che invece di arrivare all'appuntamento alle 16, come stabilito, arrivano alle 16.30 e mi fanno perdere mezz'ora. Impiegati statali e non che non conoscono le leggi del proprio Paese, anche se sembrerebbe che questo dovrebbe essere il loro lavoro. In piu', si sentono protetti dai sindacati, quindi non sono neanche motivati ad approfondire, a fare dei corsi, ad impegnarsi di piu' ed aiutare i cittadini. La superficialita' dilagante, quel che conta e' che maglietta porti (Guess? D&G?) e che cellulare hai. La gente che si lamenta di non arrivare a fine mese, ma che non riesce a rinunciare ai vestiti firmati, agli ultimi gadget tecnologici, alla palestra (tanti la fanno solo perche' "si fa") o a tre macchine nel garage (una per ogni membro della famiglia). Il fatto che non posso uscire tranquillamente da sola, per farmi una passeggiata nel parco, senza temere di venire aggredita o quantomeno "commentata" pesantemente. I prezzi della pasta che crescono, anche se il prezzo del grano e' sceso del 30%. Persone che dicono: "Non ti lamentare, non sputare nel piatto dal quale mangi, hai delle aspettative troppo alte verso la societa', devi imparare a sopportare e a rassegnarti, perche' il mondo e' cosi', non cambierai niente." Questo spirito mi disturba, perche' se tutti pensassero cosi', allora tutti i Paesi del mondo sarebbero poveri, medievali, ignoranti, corrotti e distrutti. E visto che cosi' non e', io non ci sto. Non voglio rassegnarmi, e' da perdenti... o da pigri.